parisiano
s. m. e agg. Chi si riconosce nelle posizioni politiche di Arturo Parisi, esponente politico del centrosinistra; di Arturo Parisi. ◆ «Arturo» qui, «Arturo» là, quasi tutti lo chiamano solo per nome, lo tirano per la giacchetta. «Siamo stati noi a farlo eleggere deputato – dice Lorenzo Scano, ex verde –: abbiamo riunito 700 sardi residenti a Bologna e di lì sono venuti i 2500 voti che lo hanno fatto vincere». [Antonio] Di Pietro proprio non esiste, i suoi (se ci sono) sono ben intruppati nell’esercito parisiano, allineati e coperti. (Alberto Pinna, Corriere della sera, 10 gennaio 2000, p. 5, In primo piano) • I parisiani protestano. «Continuiamo a farci del male. La politica è assente», è l’ultima critica (ai veltrones) che arriva da Franco Monaco. «È un successo della democrazia», rispondono in coro dai comitati pro Walter. (Tommaso Labate, Riformista, 24 settembre 2007, p. 1, Prima pagina) • Bene ha fatto il Partito democratico a decidere di andare da solo. Per una ragione di fondo: perché ha bisogno, qui e ora, di misurare la sua forza nel paese reale. Solo sulla base di questa verifica potrà progettare il senso, storico non solo politico, di una sua missione, se sarà in grado di darsene una. Credo che abbia il diritto della prova. E dobbiamo darglielo. Sia benvenuta la morte dell’insipido Ulivo parisiano e la fine della confusissima Unione prodiana. (Mario Tronti, Manifesto, 10 febbraio 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal nome proprio (Arturo) Parisi con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.