parlare1
parlare1 s. m. [uso sostantivato del verbo]. – 1. a. L’atto, il fatto di parlare; in questo sign. conserva sempre un po’ del suo valore verbale: il p. è inutile, bisogna agire; se n’è fatto un gran p. in paese. Anche con più chiara funzione verbale in frasi come nel p. di quest’argomento; col p. si ottiene sempre qualcosa, e sim. b. Discorso (parlato o scritto): cominciare, interrompere, concludere il proprio p.; propuosi di prendere per matera de lo mio p. sempre mai quello che fosse loda di questa gentilissima (Dante). Con riferimento più espresso al contenuto del discorso, alle parole: ripensando A quel parlar che mi parea nemico (Dante). 2. Modo di parlare: a. Con riguardo alla pronuncia: un p. lento, strascicato. b. Con riguardo alle qualità e alle forme dell’espressione: un p. scorretto, volgare, triviale; il suo p. è sempre ornato, forbito, elegante; intercalava a quando a quando pause sapienti, anche per dar tempo a chi l’ascoltava d’assaporare quel suo parlar dipinto (Pirandello). Con riguardo al tono: un p. franco, equivoco, ambiguo, mellifluo, caustico, sprezzante. Con riferimento alla forma e insieme al contenuto delle parole: Fidandomi del tuo p. onesto (Dante); un p. ambiguo, un tacere significativo (Manzoni); prov., al canto l’uccello, al parlare il cervello (sottint. si conosce). 3. Parlata, idioma, linguaggio regionale o dialettale: il p. popolaresco; il p. fiorentino, milanese, romanesco, napoletano; modo ancora vivo in certi p. emiliani (A. Baldini).