parte [lat. pars partis]. - ■ s. f. 1. a. [ciascuna delle cose in cui un intero è diviso o può essere diviso, sia che esse siano materialmente staccate l'una dall'altro, sia che possano essere considerate separatamente: oggetto composto di varie p.; spezzare il pane in quattro p.; le p. di ricambio di un motore] ≈ componente, elemento, pezzo. ↔ ‖ *intero, *tutto. b. [elemento costituente di un libro, di un film, di un'opera musicale e sim.: la seconda p. di un volume; le p. di un concerto] ≈ ripartizione, sezione. c. [elemento dell'intero, quantità che si toglie dal tutto o che dal tutto si considera isolata, in senso spaziale, temporale, quantitativo o numerico: una p. del podere è coltivata a grano; (una) p. della somma va versata in anticipo] ≈ frazione, porzione, quota. ↔ globalità, insieme, intero, totalità, tutto. ● Espressioni: fare parte (di qualcosa) → □; gran (o buona) parte [numero elevato o comunque consistente di cose o persone, seguito dalla prep. di: buona p. di noi non ne sapeva niente] ≈ molti, parecchi; la maggior parte [la quota più consistente di un insieme di cose o persone, con la prep. di: la maggior p. degli impiegati ha aderito allo sciopero] ≈ il grosso, i più, la maggioranza, (non com.) la più parte; prendere parte (a qualcosa) → □. ▲ Locuz. prep.: in gran (o buona o larga) parte [in proporzione notevole: la colpa è in gran p. anche tua] ≈ in larga (o buona) misura; in parte [in modo parziale, non completo: il film era in p. riuscito; sono in p. soddisfatto] ≈ parzialmente, relativamente. ↔ completamente, del tutto, totalmente. d. [ciò che risulta da una distribuzione: fare le p.; hai avuto la tua p. di eredità e perciò non protestare; mi assumo la mia p. di responsabilità] ≈ porzione, quota. ● Espressioni (con uso fig.): essere a parte (di qualcosa) → □; mettere a parte → □. 2. a. [spec. al plur. e per lo più senza particolari determinazioni, denominazione generica di un paese, di un territorio, di una città, di un distretto del corpo, ecc.: da quelle p. piove sempre; che fai da queste p.?] ≈ luogo, posto, zona. ● Espressioni: fam., parti intime [organi genitali esterni, sia maschili che femminili] ≈ genitali, (fam.) intimità, (lett.) pudende, (non com.) vergogne. b. [percorso attraverso cui si raggiunge una meta: da questa p. non si passa; cercheremo di entrare da un'altra p.] ≈ ‖ direzione, passaggio, posto, strada, via. c. [denominazione generica per indicare una regione laterale: dall'altra p. del fiume, della piazza; per non salutarmi, girò la testa dall'altra p.; il quadro pende da una p.] ≈ (lett.) banda, lato. ● Espressioni: farsi da parte → □; mettere (o lasciare) da parte → □. ▲ Locuz. prep. (con uso fig.): a parte 1. a. [con valore avv., in modo separato: di questo ti parlerò a p.] ≈ in separata sede, separatamente. ↑ in privato, privatamente. b. [senza tener conto: a p. ciò che ti ho detto, è una brava persona] ≈ indipendentemente (da), oltre (a). 2. [con valore agg., non congiunto agli altri o al gruppo degli altri: me ne faccia un conto a p.] ≈ distinto, separato; d'altra parte ≈ d'altro lato (o canto), d'altronde, del resto; da parte 1. [in riferimento a qualcosa, per lo più denaro o provviste, che è stato conservato per un uso futuro: avere una piccola somma da p.] ≈ in serbo. 2. [in riferimento all'azione di portare qualcuno in un luogo distante da occhi indiscreti: lo chiamò da p. per comunicargli qualcosa in segreto] ≈ in disparte; da una parte ≈ da un lato, in una certa misura, in un certo senso, per certi riguardi. d. [senso di un moto: da che p. sei diretto?; l'ho visto venire da quella p.] ≈ direzione, verso. ▼ Perifr. prep.: fig., da parte di ≈ a nome di, per conto di. 3. [gruppo di persone che costituiscono un gruppo politico e il gruppo stesso: la p. guelfa, ghibellina] ≈ corrente, fazione, partito. ↑ setta. ● Espressioni: prendere le parti (di qualcuno) ≈ difendere (ø), sostenere (ø). ↔ accusare (ø), attaccare (ø) criticare (ø); spirito di parte → □; stare dalla parte (di qualcuno) ≈ appoggiare (ø), parteggiare (per), sostenere (ø). ↔ avversare (ø), contrastare (ø), osteggiare (ø); tenere la parte (o le parti) → □. ▲ Locuz. prep.: di parte ≈ partigiano, parziale. ↑ fazioso, settario. ↔ imparziale, neutrale. 4. (giur.) a. [ciascuna delle persone (o gruppi di persone) che contendono in giudizio: venire a un accordo, a un compromesso fra le p.] ≈ attore, Ⓖ avversario, Ⓖ contendente, Ⓖ litigante. ● Espressioni: parte avversa → □. b. [ciascuno dei soggetti di un contratto: con il consenso delle p.] ≈ contraente. 5. a. (teatr., cinem.) [l'azione che svolge e l'insieme delle battute che dice ogni attore e il personaggio stesso che interpreta: assegnare le p.; imparare, provare la p.; fare la p. del cattivo; una bella, una brutta parte.] ≈ personaggio, ruolo. b. (fig.) [attività assegnata a una persona e, anche, la funzione che essa compie: io la mia p. l'ho fatta; è una p. ingrata quella che mi è assegnata] ≈ compito, incarico, mansione, ruolo, (lett.) ufficio. c. (fig.) [modo di comportarsi nei confronti di una persona, sempre con allusione ad azione biasimevole: è una p. che non m'aspettavo da lui] ≈ comportamento, modo di fare. d. [aspro e violento rimprovero, forte sgridata] ≈ [→ PARTACCIA]. ■ a parte che locuz. cong. [formula di avvio di un discorso, per aggiungere nuovi argomenti ad altri già noti: a p. che piove, non ho neanche voglia di uscire] ≈ a prescindere dal fatto che, [a conclusione di un discorso] senza contare che. □ essere a parte (di qualcosa) [avere avuto notizia: anche lui è a p. della tua situazione] ≈ conoscere (ø), essere a conoscenza, essere al corrente, sapere (ø). □ fare parte (di qualcosa) 1. [essere uno dei componenti, degli iscritti e sim., di un'istituzione e sim.: fare p. di un partito, di una giuria] ≈ appartenere (a), essere membro. 2. [essere elemento costitutivo di qualcosa: gli accessori della vettura non fanno p. del capitale assicurato; rischi che fanno p. del mestiere] ≈ appartenere (a), rientrare (in). □ farsi da parte 1. [spostarsi in modo da non intralciare] ≈ mettersi da parte, scostarsi, spostarsi. ↑ togliersi di mezzo. 2. (fig.) [cessare di partecipare a qualcosa] ≈ ritirarsi, tirarsi indietro. ↑ (fam.) gettare la spugna. □ mettere a parte (di qualcosa) ≈ e ↔ [→ METTERE v. tr. (3)]. □ mettere (o lasciare) da parte 1. [non tenere o non prendere più in considerazione: con la nuova gestione i dipendenti più giovani sono stati messi da p.] ≈ accantonare, ignorare, mettere in disparte, trascurare. 2. [non considerare, evitare di tenere conto: mettere da p. l'odio, i pregiudizi] ≈ accantonare, dimenticare, (non com.) mettere da una banda, mettere tra parentesi, tralasciare. □ parte avversa ≈ avversario, controparte. □ prendere parte (a qualcosa) 1. a. [essere presente a qualcosa] ≈ e ↔ [→ PARTECIPARE v. intr. (1. a)]. b. [essere presente a qualcosa, collaborando con altri alla realizzazione di qualcosa] ≈ [→ PARTECIPARE v. intr. (1. b)]. 2. [provare e mostrare un sentimento di condivisione per i sentimenti di qualcuno] ≈ [→ PARTECIPARE v. intr. (1. c)]. □ spirito di parte [l'essere fazioso] ≈ faziosità, partigianeria, parzialità, settarismo. ↔ equidistanza, imparzialità, obiettività. □ tenere la parte (o le parti) (di qualcuno) [essere a favore di una delle persone o, genericam., delle parti contrapposte in una contesa e sim.] ≈ appoggiare (ø), (fam.) essere, (fam.), fare il tifo, favorire (ø), parteggiare, sostenere (ø), tifare. ↔ avversare (ø), boicottare (ø), ostacolare (ø), sfavorire (ø). [⍈ FACCIA, POSTO]
parte. Finestra di approfondimento
Parti astratte e concrete - Ciò che è compreso in un tutto è detto p., termine generico (per insiemi sia astratti sia concreti, per parti integranti o secondarie, unite o staccate o rotte, ecc.) con numerosi sinon. secondo i contesti e i registri. Elemento è termine più formale, spesso usato per parti astratte: anche il rancore verso i parenti del marito era un elemento della sua vita (I. Svevo). Componente, termine più formale ma analogo ad elemento, può essere sia masch. sia femm. ed è usato soprattutto nel sign. di «parte costitutiva di una struttura, di un insieme, spesso astratto»: la parola «incontestabile» è divisibile in più componenti. Costituente sottolinea ulteriormente l’imprescindibilità di una parte in un tutto: l’occhio insomma sembra essere il costituente di ciò che si chiama fisionomia (G. Leopardi). Per entità astratte si usa spesso anche fattore: manca l’immaginazione e la malinconia e l’estasi, i veri fattori del mondo petrarchesco (F. De Sanctis). Per insiemi di sostanze (per es. in chimica o in gastronomia), ogni singola sostanza può essere detta anche elemento o ingrediente. L’ultimo termine è limitato alla gastronomia o ad usi fig.: il burro è un ingrediente fondamentale nelle ricette dell’Italia settentrionale; ne’ ritratti del Berni entra anche l’osceno, ingrediente di obbligo a quel tempo (F. De Sanctis).
Parti originate da suddivisione o rottura - Soprattutto per parti concrete di oggetti o sostanze solide da ripartire si può usare pezzo o il più formale porzione: divise l’arrosto in più porzioni. Se la parte è allungata, soprattutto per torte e sim., il sinon. più adeguato è fetta: vorrei una fetta di torta rustica. Analoghi sono taglio (soprattutto per la carne e per gli affettati: quel taglio di manzo è un po’ grasso, me ne dia un altro), trancia e trancio (soprattutto per torte, pizze e pesci: pesce al trancio). Fam. sono tocco o tozzo, per parti mal tagliate o staccate di sostanza alimentare: vorrei anch’io un tocco di torta; si accontenta di un tozzo di pane. Porzione indica anche una parte che viene considerata come isolata, per essere trattata separatamente oppure per essere suddivisa tra più persone. Sinon. sono frazione e quota: a mio cugino spetta una quota delle azioni della società; avrai anche tu una frazione del terreno. Pezzo si riferisce per lo più a parti staccate di oggetti concreti, spec. se originate da rottura: il vetro si è rotto in mille pezzi. Più formali e più specifici sono brandello (soprattutto per carne o tessuto o materiali morbidi: ha ridotto la camicia in brandelli), frammento (in terra vi sono ancora frammenti di ceramica; anche con uso fig.: di sotto alla tavola, dalla madia uscivano echi di vecchi discorsi, frammenti di scene casalinghe [A. Oriani]), frantume (raro al sing.: s’udì il tonfo e quindi il rumore di qualcosa andata in frantumi [L. Pirandello]), rottame (per pezzi di oggetti vecchi o ormai inutilizzabili: sonvi in un canto o vi erano i rottami di una chiesa [A. Oriani]), scaglia (pezzetto piatto e oblungo: una scaglia di parmigiano; mi è entrata una scaglietta di ferro in un occhio), scheggia (per lo più per scaglie di legno: mi sono ferito con una scheggia del tavolo). Brano è, in quest’accezione, molto formale: ridurre in brani un pezzo di carta.
Parti di opere - P. è utilizzato anche come termine generico per le suddivisioni interne di un testo scritto. Termini più specifici sono, procedendo dai sovrainsiemi ai sottoinsiemi, sezione (o p.), capitolo, paragrafo, comma: come si dice nel primo paragrafo del secondo capitolo. Comma è usato esclusivam. nella terminologia giuridica e indica una parte di un articolo di legge rappresentata tipograficamente da un accapo. Per influenza dell’ingl. paragraph, talora paragrafo designa anche, erroneam., l’accapo, detto più propriam. capoverso: comincia a leggere dal secondo capoverso. Sezione può indicare, genericam., una parte interna di un’opera letteraria o musicale, non necessariamente riconoscibile tipograficamente ma, più spesso, tematicamente: la terza sezione del poema è interamente improntata a un sentimento elegiaco. Specifiche dei testi poetici sono le strofe (o stanze, spec. se si tratta di una canzone), parti di un componimento costituite da più versi, secondo determinate regole metriche, e riconoscibili nelle edizioni odierne da un rigo bianco di separazione tra una strofa (o, più formalmente, strofe) e l’altra. Per il testo musicale, la terminologia è varia secondo che si tratti di musica strumentale o vocale. Per la prima, si parla per lo più di tempo o movimento: il secondo movimento della sinfonia era un adagio. Nella musica operistica si distinguono invece arie, duetti, terzetti, cori, ecc., secondo il numero dei cantanti: il celebre sestetto della Lucia di Lammermoor di Donizetti. Non mancano ulteriori distinzioni in base alla tipologia del brano: cabaletta, cavatina, rondò, ecc. Nella terminologia teatrale, invece, si parla di atto, scena e, meno spesso, quadro. Una parte di testo recitata da uno stesso attore è detta battuta, ed è l’unità di riferimento più piccola di un testo teatrale. Tuttavia la battuta – termine che, per estens., è usato anche in linguistica come sinon. di turno dialogico o conversazionale «porzione di testo che va dalla presa di parola di un parlante alla presa di parola del parlante successivo o alla fine del discorso» – non è mai denominata p., poiché quest’ultimo termine a teatro indica il singolo personaggio interpretato (la Callas nella parte di Violetta era insuperabile), da non confondersi col ruolo, che rimanda invece a una tipologia dedotta da più parti (il ruolo di soprano drammatico era assai congeniale alla Callas). Se una parte di un testo (anche di un testo musicale) non è stata stabilità dall’autore, ma nasce dall’estrapolazione dall’intero componimento (per es. per essere inserita in un’antologia), può essere detta brano, passaggio, passo o più fam. pezzo: lo scrivere la Frusta comincia a non essere più una fatica grande ora che alcuni buoni corrispondenti mi vanno mandando qualche bel pezzo di prosa e di poesia (G. Baretti). Più formale è luogo, lett. è lacerto: furono scelti alcuni lacerti del poema per una pubblica lettura. Frammento è quanto rimane di un’opera andata in gran parte perduta: i frammenti di Saffo.
Parti nello spazio e nel tempo - Se si considerano le parti di un oggetto a seconda della loro disposizione rispetto a un punto di riferimento si avranno vari termini specifici. La parte di un solido che poggia su un piano è detta base: la base della lampada è troppo piccola. La parte anteriore di un edificio è detta facciata, mentre quella posteriore è il retro: il mosaico della facciata del duomo di Orvieto; entrare dalla porta sul retro. Le parti laterali saranno invece lati: sul lato destro della casa non vi sono finestre. Segmento, sezione e tratto indicano invece parti di un corpo che si estende in lunghezza, oppure parti di un estensione temporale: la prima sezione della fune è rovinata; visse a Parigi per un lungo tratto di anni.