partire
v. tr. e intr. [lat. partire o partiri «dividere», der. di pars partis «parte»] (io parto, ecc.; nel sign. di «dividere» e «spartire» anche io partisco, tu partisci, ecc.). – 1. tr., ant. o letter. a. Dividere in due o più parti: Venuto m’è ’l colpo, lo cor m’ha partito (Iacopone); il coltello col quale partisce il pane (Pascoli); in questo sign., spec. in locuzioni quali p. il pane, p. una forma di formaggio e sim., è ancora vivo in usi regionali. Con riferimento a entità geografiche (per es., monte, fiume), attraversare un luogo tagliandolo: il bel paese Ch’Appenin parte, e ’l mar circonda e l’Alpe (Petrarca); Sponda che Arno saluta in suo cammino Partendo la città [di Firenze] (Foscolo). Anche, dividere, suddividere il tempo o una sua frazione: quando sorge, e quando cade il die, E quando il sole a mezzo corso il parte (Manzoni), quando cioè il sole, giunto al punto più alto, segna il momento in cui cessa il mattino e comincia il pomeriggio. b. Separare una persona o un gruppo di persone da altre: Macra, che per cammin corto Parte lo Genovese dal Toscano (Dante), il fiume Magra che forma per breve tratto il confine tra Liguria e Toscana. P. due contendenti, mettersi in mezzo tra loro, intervenire per separarli e far cessare la lite; analogam., p. una zuffa, una rissa e sim. In senso fig., disunire creando discordie, provocare contrasti di sentimenti, di interessi e sim.: Perch’io parti’ così giunte persone (Dante). c. Fare le parti di qualche cosa assegnando a ciascuno la sua: che molta in serbo Vi sia ricchezza non partita, ignoro (V. Monti); Ecco, io parto fra voi quella foresta D’abeti e pini (Carducci). Con la prep. con, spartire, mettere in comune con altri: verresti in grembo a questo sconsolato A partir seco i dolorosi guai (Petrarca), i dolorosi lamenti; Allor ch’io partia teco i miei pensieri (Bembo); Con te partisco l’acqua il pane e il sale (D’Annunzio). d. Allontanare, staccare da persone o cose: egli aveva l’anello assai caro, né mai da sé il partiva (Boccaccio). 2. Come rifl. o intr. pron., dividersi, separarsi, oppure allontanarsi, staccarsi (da luoghi, persone, cose): venimmo al fine ove si parte Lo secondo giron dal terzo (Dante); veggendo la donna che i fanciulli da lui partir non si voleano (Boccaccio); mi pare a proposito che noi per l’avanti non ci partiam dal fianco l’una dell’altra (Leopardi); partirsi da questa vita, dal mondo, morire; e con riferimento all’anima, partirsi dalla carne, dal corpo, al momento del trapasso. Con usi fig.: partirsi dalla giusta via, dalla via retta, dalla via del bene; sai ch’i’ non mi parto Dal tuo volere (Dante). Nel sign. di allontanarsi, scostarsi, si trova usato anche assol., senza il complemento: essendosi alquanto partito il cavaliere ..., la domandò se bolognese fosse o forestiera (Boccaccio). Da questi sign. di partirsi (che sono ant. o letter.) discende l’uso intr., oggi comune, del verbo. 3. intr. (aus. essere) a. Allontanarsi, per un tempo più o meno lungo, da un luogo per recarsi in un altro: ci sono molti modi di arrivare, il migliore è non p. (Ennio Flaiano); p. da Roma, dall’Italia, dalla propria città, dal proprio paese; p. per la Sardegna, per l’Inghilterra, per il mare, per la montagna; p. per il fronte, per la guerra; p. soldato, per fare il servizio militare; p. in treno (o col treno), in aereo, in nave, in macchina, con un pullman; è partito su una moto scintillante; p. in missione (o per una missione), per lavoro, per affari, per un viaggio di piacere, per le vacanze. In senso fig., per lo più scherz., la locuz. è partito!, riferita a persona che ha perso la testa, il controllo, che è fuori di sé o non ragiona (ha bevuto troppo ed è partito), o anche a cosa che si sia rotta, rovinata in modo tale da risultare inservibile (il televisore è partito). Per l’espressione scherz. armiamoci e partite, v. armare, n. 1 b. Più raram., allontanarsi da qualcuno (col sign. quindi che aveva partirsi): I0 era già da quell’ombre partito (Dante). Con uso assol., con riferimento più preciso al momento in cui ha inizio il viaggio: li ho visti p.; è giunta l’ora di p.; a che ora si parte?; mentre stavo per p., mi sono accorto che non avevo il biglietto; prov., p. è un po’ morire (cfr. il fr. partir c’est mourir un peu), con allusione alla tristezza insita in ogni partenza, in ogni distacco. Talora (seguito o no da compl. di luogo), con sign. più ristretto, andar via, uscire, mettersi in cammino: gli scalatori sono partiti all’alba; sono partito da casa in ritardo; sarà meglio p., se vogliamo essere a casa prima di sera; nei copioni teatrali, parte, didascalia riferita all’attore che esce di scena. b. Con sign. analoghi, riferito ad animali o a mezzi di locomozione: le rondini stanno per p.; l’aereo è già partito; il prossimo battello parte nel pomeriggio; il treno parte dal binario 5; il rapido è partito in perfetto orario. E parlando d’oggetti che viaggiano: i bauli partono col mio stesso treno; la posta parte fra poche ore. 4. intr. (aus. essere) a. Prendere l’avvio, mettersi in movimento, spec. in modo veloce e istantaneo: p. di corsa; è partito come un fulmine, a razzo; p. all’assalto, all’attacco (anche fig., scherz.); fig., cerchiamo di p. insieme, di cominciare insieme (nel canto o nell’esecuzione strumentale, oppure nell’esecuzione di movimenti e di atti che dovrebbero essere sincroni). Di animali: liberato dal guinzaglio, il cane partì come una freccia; il cavallo partì al galoppo. In competizioni di velocità con o senza veicolo: p. bene, male; i corridori partiranno a cinque minuti di distanza l’uno dall’altro; è partito con un minuto di svantaggio. P. in quarta, lanciarsi con decisione e velocemente, detto propr. dell’automobilista come se avesse innestato la 4a velocità, ma per lo più fig., di chi affronta con ardore e impeto eccessivo un’impresa o una discussione. Riferito al veicolo stesso oppure al motore del veicolo: oggi la macchina non vuol p., stenta a p., e sim.; per estens., di una macchina, di un dispositivo, ecc., entrare in azione: premere il pulsante che fa p. un impianto; anche di altre cose cui viene impresso un movimento veloce: premette il grilletto e il colpo partì. b. fig. Prendere le mosse (in ragionamenti, deduzioni e sim.): p. da un presupposto sbagliato; partiamo da posizioni troppo diverse; io parto dall’idea che le sue parole siano sincere. Avere (o dare) inizio: il lavoro è partito male; è ora di p. con questa iniziativa; a p. da oggi, a p. dal prossimo mese, a cominciare da oggi, dal prossimo mese; fig., p. da zero, p. dal nulla, di chi ha avuto degli inizî difficili, che ha dovuto lottare per affermarsi contando unicamente sulle sue capacità, non avendo né risorse materiali né appoggi di altro genere. Uscire, provenire, essere emesso, e sim.: un grido partì dalla folla; sono parole che partono dal cuore; da chi è partito l’ordine?; la proposta è partita da lui. Avere origine, con riferimento a cose che, anche senza essere in movimento, hanno un’estensione in lunghezza: dalla piazza partono quattro strade; dal chiodo partiva un filo che scendeva fino a terra; i nervi che partono dal cervello; i raggi che partono dal sole. ◆ Part. pres. partènte, che parte (nel sign. intr. del verbo), che è in partenza: i soldati, le truppe partenti per il fronte; abbastanza frequente come sost.: salutare i partenti; in competizioni sportive (ciclistiche, automobilistiche, ippiche, ecc.), i partenti, i corridori presenti al via. ◆ Il part. pass. partito, che nel sign. intr. è usato solo con funzione verbale, è spesso usato con valore aggettivale nel sign. trans. di dividere (v. partito1).