parto2
parto2 s. m. [lat. partus -us, der. di parĕre «partorire», part. pass. partus]. – 1. Con riferimento agli animali mammiferi, espulsione (o estrazione) del feto e degli annessi fetali dagli organi genitali materni: p. spontaneo, espletato con le sole forze dell’organismo materno, p. provocato, avvenuto con l’intervento medico; p. regolare, normale, a termine, o precoce, prematuro, tardivo, secondo che avvenga al termine oppure prima o dopo il termine fisiologico della gestazione; p. facile, difficile, laborioso (e con termini medici p. eutocico, p. distocico, secondo che si svolga senza o con difficoltà o pericoli per la vita della madre o del feto); p. semplice, in cui nasce un solo figlio, a differenza del p. multiplo (gemellare, trigemino, ecc.). Con riguardo partic. alla specie umana e ai metodi ostetrici in uso: p. medico, mediante rottura artificiale delle membrane e somministrazione di antispastici; p. regolato o pilotato, variante del precedente, con somministrazione in perfusione endovenosa di ossitocina, che ha azione stimolante sulla muscolatura uterina; p. indolore, che con mezzi medicamentosi o per un’azione educativa sulla madre, d’ordine psicologico e fisico, si svolge senza sofferenze per la partoriente; p. cesareo, quello espletato mediante il taglio cesareo (v. cesareo2); in relazione alla presentazione del feto nel collo dell’utero: p. cefalico, p. podalico (v. i due agg.). Altre locuz.: i dolori, le doglie del p.; travaglio del p., il complesso dei fenomeni generali e soprattutto locali che precedono e accompagnano il parto; nati ad un p., di due o più gemelli; donna fresca di p., o assol. donna di parto, che ha partorito da poco; essere sopra p., vicina a partorire (v. anche soprapparto). Sala parto, in ospedali e cliniche, quella opportunamente attrezzata per l’espletamento del parto. 2. a. Per metonimia, il prodotto del concepimento, la creatura partorita, il neonato: o tu manifesta di cui questo p. si generasse, o tu morrai senza indugio (Boccaccio). Per estens., poet., figlio: Vergine pura, d’ogni parte intera, Del tuo p. gentil figliuola e madre (Petrarca; cfr. Dante: Vergine madre, figlia del tuo figlio). b. fig. Creazione, prodotto della mente, delle facoltà intellettuali (oggi, per lo più in contesti di tono iron. o scherz.): p. letterario, poetico (o delle Muse), artistico; è tutto qui il p. del tuo fervido ingegno?; parto di una mente malata, fatto inesistente, frutto di una immaginazione contorta; parto della fantasia, cosa non vera, finzione; il p. della montagna, espressione usata con riferimento a eventi, iniziative, opere e sim. che risultano molto deludenti rispetto alle premesse, di gran lunga inferiori alle aspettative (allusione alla nota favola esopica della montagna che partorì un topo: v. parturient montes ecc.).