pascere
pàscere v. tr. [dal lat. pascĕre «pascolare, nutrire» (e come deponente intr., pasci «essere al pascolo, nutrirsi»)] (io pasco, tu pasci, ecc.; pass. rem. pascètti [meno com. pascéi], pascésti, ecc.; part. pass. pasciuto). – 1. a. Mangiare, cibarsi di qualche cosa, detto soprattutto di animali al pascolo, che mangiano l’erba o le foglie strappandole con i denti: le vacche pascevano l’erba (o le erbe) nel prato; Quanto giova a mirar pender da un’erta Le capre, e pascer questo e quel virgulto (Poliziano). Nell’uso ant., e talvolta in quello letter. o poet., anche con riferimento ad altri animali o ad altri cibi: Allor l’ambrosia i tuoi cavalli erranti Pascono (Carducci). Per estens., riferito all’uomo: essa, che la sera davanti cenato non avea, da fame costretta, a p. l’erbe si diede (Boccaccio). b. Con uso intr. (aus. avere), con sign. non diverso dal prec.: L’Arpie, pascendo poi de le sue foglie, Fanno dolore, e al dolor fenestra (Dante). Usato assol., pascolare, essere al pascolo: D’intorno a lui le sue pecore pascono (Poliziano). Rari i tempi composti, che si trovano talvolta con l’aus. essere: molti [animali], ... poi che pasciuti erano bene il giorno, la notte alle lor case ... si tornavano satolli (Boccaccio). 2. a. Condurre e tenere le bestie al pascolo, custodirle mentre brucano l’erba: p. i buoi, le capre; il figliuol prodigo fu costretto a p. i porci; al Tidide e di Laerte al figlio Pascerete i cavalli (Foscolo). Frequente in senso fig., spec. in contesti evangelici o che al Vangelo si ispirano: pasci i miei agnelli..., pasci le mie pecore, parole con cui Gesù conferisce la missione a Pietro (Giovanni 21, 15-17: pasce agnos meos, ... pasce oves meas); p. il gregge di Cristo. b. estens. Nutrire: Poi c’ha pasciuti la cicogna i figli (Dante); anche, ma poco com., con riferimento a persona: lo pasce dei cibi più raffinati; più frequente in senso fig.: p. la mente di cognizioni utili; p. l’animo di illusioni; p. gli occhi, appagarli con la vista di qualche cosa; p. il popolo di chiacchiere, di vane speranze; p. d’aria, di vento, di fumo, illudere con parole o promesse vane. 3. Nel rifl., cibarsi, nutrirsi: pascersi d’erba, d’avena, di biada; i maiali si pascono di ghiande. E fig.: pascersi d’illusioni, di speranze; pascersi d’aria, di vento, prestar fede alle apparenze, appagandosi di queste senza curarsi della sostanza; pascersi di dolore, di lacrime, vivere nel proprio dolore, piangere di continuo, facendo quasi del dolore e del pianto il proprio quotidiano alimento. ◆ Part. pres. pascènte, anche come agg., che è al pascolo, spec. nell’uso letter.: il pascente gregge; animali pascenti; ville sparse e biancheggianti sul pendio, come branchi di pecore pascenti (Manzoni). ◆ Part. pass. pasciuto, anche come agg. (v. la voce); accanto a questa forma si trova anticam. usato talvolta il latinismo pasto: duo cerbiatti mascoli Pasti di timo (Sannazzaro).