pasquinata
s. f. [dal nome di Pasquino dato popolarmente, per ignoti motivi, a una statua mutila, copia di originale greco, situata in un angolo dell’attuale palazzo Braschi, a Roma]. – 1. Denominazione delle satire per lo più brevi, in versi e in prosa, contro i papi e la Curia o contro persone o costumi giudicati degni di biasimo, scritte dapprima in latino, più tardi in italiano o in romanesco, che, dal sec. 16° e sino alla fine del potere temporale dei papi (sec. 19°), venivano attaccate al torso di Pasquino, che divenne così il grande divulgatore della satira politica, dotta e popolaresca, sia impersonale sia messa in bocca allo stesso Pasquino. 2. estens. Satira o epigramma in genere di tono mordace o ingiurioso, spec. di contenuto politico: la città d’Abdera ... era da tanti veneficii, e congiure, libelli, e pasquinate, e tumulti appestata, che pochi vi giravano sicuri di giorno, e di notte nessuno (Foscolo).