passuro
part. fut., letter. ant. – Latinismo usato da Dante (e poi da qualche altro trecentista) come adattam. del lat. passurus (part. fut di pati «patire»), in unione con passo (lat. passus, part. pass. dello stesso verbo), con riferimento ai piedi di Cristo, cioè, per sineddoche, a Cristo stesso, che aveva sofferto, o avrebbe sofferto, il tormento della croce: D’i corpi suoi non uscir, come credi, Gentili, ma Cristiani, in ferma fede Quel d’i passuri e quel d’i passi piedi (Par. XX, 103-105), versi che letteralmente vanno così intesi: «dai loro corpi le anime di Rifeo e di Traiano uscirono, alla morte, non gentili, cioè pagane, ma cristiane, ossia salve, avendo avuto ferma fede, quella di Rifeo nella passione e redenzione futura di Cristo, e quella di Traiano nella passione e redenzione di Cristo già avvenuta».