pasteggiare
v. intr. e tr. [der. di pasto2] (io pastéggio, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) Fare il pasto ordinario; anticam., anche fare convito, godere delle delizie della mensa: nobili che trascorrevano le giornate pasteggiando e facendo festa. Oggi è usato quasi esclusivam. con l’indicazione (introdotta dalla prep. a o con) dei cibi che si mangiano (p. a bistecche, ad aragosta) e soprattutto delle bevande che si consumano durante il pasto (p. a o con birra, vino rosso, champagne); analogam. vino da p. (più com. vino da pasto), vino di media gradazione alcolica e non troppo saporoso. 2. tr. a. ant. Invitare a convito, offrire pranzi o banchetti a qualcuno. b. non com. Mangiare, o bere, lentamente e assaporando. c. Bere a pasto; anche in questo sign. è raro, e poco noto ormai il prov. tosc. il vino che si pasteggia non imbriaca (anche fig., con riferimento ad abitudini regolari e temperate).