pastiglia
pastìglia s. f. [dallo spagn. pastilla, der. di pasta «pasta»; nel sign. 3 è tratto direttamente da pasta]. – 1. Preparazione farmaceutica solida, in forma di piccolo disco lenticolare o anche ellissoidale, tipicamente del peso di 1 grammo, costituita da sostanze medicamentose in polvere mescolate con zucchero, inumidite e pressate o incorporate in una pasta di zucchero e sostanze mucillaginose: p. per il mal di testa, per la tosse; caduta pressoché in disuso, è stata oggi sostituita dalla compressa (più piccola perché preparata a forte pressione e con appositi eccipienti), alla quale si conserva tuttavia, nell’uso pop., il nome di pastiglia o pasticca. Nell’industria dolciaria, analoga preparazione a base di zucchero aromatizzato con essenze varie: p. di menta, di liquirizia. 2. a. ant. Preparazione di carbone, salnitro e sostanze odorose, di solito in forma di piccolo pane conico, che in passato si soleva bruciare nelle stanze per profumare l’ambiente. b. Tipo di confezione di alcuni catalizzatori, che permette di averli, invece che in forma polverulenta, in quella di grossi granuli usati, per es., quando il catalizzatore debba essere attraversato da una corrente gassosa senza che si abbiano eccessive perdite di carico. 3. Pasta di gesso e colla che si usava per decorare oggetti o mobili di legno, sulla cui superficie veniva distesa per essere poi impressa o incisa a stampo o alla stecca e quindi colorata, dorata o dipinta. 4. Piccola piastra che nei freni a disco per autoveicoli viene premuta contro il disco per ottenere la frenatura della ruota; può essere sostituita con facilità quando il suo spessore, per l’usura dovuta all’attrito, raggiunge un determinato valore minimo. 5. In tecnologia meccanica, piccola massa metallica dalla quale, mediante estrusione indiretta, si ottengono contenitori cilindrici (capsule, bossoli, ecc.). ◆ Dim. pastiglina, pastigliétta.