patibolo
patìbolo s. m. [dal lat. patibŭlum, der. di patere «essere aperto, manifesto» (originariamente, era il luogo su cui il condannato veniva legato e esposto al pubblico), raccostato a pati «patire»]. – Qualsiasi strumento (croce, forca, ghigliottina) con cui viene giustiziato un condannato, oppure il palco sul quale lo strumento stesso è innalzato o su cui una condanna a morte viene eseguita (per es., la decapitazione), e anche la morte stessa con esecuzione pubblica inflitta come pena per una colpa infamante: mandare, condannare, trarre al p.; esser condotto al p.; salire il p.; soffrire il p.; delitti che lo condussero al p.; sembra che vada al p., di chi mostra grande ripugnanza a recarsi in un posto, a fare un lavoro, e sim.; faccia da p., meno com. che faccia patibolare. Per iperbole, sofferenza, tormento, nell’esclamazione che patibolo!