patronimico
patronìmico agg. e s. m. [dal lat. tardo patronymicus, gr. πατρωνυμικός, comp. di πατήρ -τρός «padre» e ὄνομα, ὄνυμα «nome»] (pl. m. -ci). – 1. Nome p. (o assol. patronimico), nome o cognome derivati dal nome del padre per mezzo di un suffisso. Sono tali, per es., presso gli antichi Greci, Eàcide, Pelìde, Atrìde (Αἰακίδης, Πηλείδης, ᾿Ατρείδης), cioè «figlio di Eaco, di Peleo, di Atreo (Αἰακός, Πηλεύς, ᾿Ατρεύς)»; accanto al suff. -ίδης era in uso tra i Greci anche il suff. -ίων: per es. Κρονίδης o Κρονίων, epiteti di Zeus figlio di Κρόνος. Comunissimo il patronimico nella lingua russa: Ivanovič, Ivanovna, rispettivam. «figlio, figlia di Ivan», Petrovič, Petrovna «figlio, figlia di Pëtr». Patronimici sono, in origine, cognomi quali Lorenzi, Pietri, e anche Di Giovanni, De Luca, ecc. Per un processo simile a quello che ha luogo nel cognome, il patronimico è talvolta esteso a indicare tutti i discendenti del fondatore di una famiglia: tali sono i nomi romani terminanti in -ius come Tullius (capostipite Tullus), Marcius (capostipite Marcus). Infine il patronimico può indicare solo relazione con un personaggio ritenuto fondatore d’una città, ecc., e quindi applicarsi a un abitante di questa, come Battìade «uomo di Cirene» (fondata da Batto) e così via. 2. In etnologia, di famiglia, o gruppo sociale, in cui vige la norma della patronimia. 3. Per analogia, ditta p., quella formata dal solo nome dell’imprenditore o fondatore.