paventare
v. intr. e tr. [lat. *paventare, der. di pavens -entis, part. pres. di pavere «temere, aver paura»] (io pavènto, ecc.; aus. avere). – 1. letter. a. Aver paura, sentirsi intimorito: come verrò, se tu paventi Che suoli al mio dubbiare esser conforto? (Dante); in unione con un complemento (analogam. a temere): Ma ’l cervio par del veltro paventare (Poliziano). b. Per estens., raro, sospettare, dubitare: ardireste voi p., ch’io frequentassi con passione mia cognata? (Goldoni). c. Come trans., indicando la cosa che si teme: Non come soglio il folgorar pavento (Petrarca), non ho, come son solito avere, timore dei fulmini; s’altri è sì procace Ch’osi rider di te, costui paventi L’augusta maestà del tuo cospetto (Parini); paventò la morte Chi la vita abborria (Leopardi). 2. pop., region. Adombrarsi, detto degli animali.