paziente
paziènte agg. e s. m. e f. [dal lat. patiens -entis, propr. part. pres. di pati «soffrire, sopportare»]. – 1. agg. a. Che ha la virtù (o la qualità) della pazienza, come disposizione abituale: è un uomo assai p.; un maestro p. con gli alunni; essere p. nelle avversità; l’asino e il bue sono animali p.; o come atteggiamento occasionale: cerca di essere p. con lui; non ti inquietare così, sii paziente! b. Che opera con cura, con precisione e costanza: un lavoratore p., un p. ricercatore. c. estens. Che esprime pazienza: tu co ’l lento Giro de’ pazienti occhi rispondi (Carducci, del bove). Di cosa, fatta, compiuta con pazienza: studî p., ricerche p.; dopo p. indagini; ha bisogno di lunghe e p. cure. 2. s. m. e f. Persona affetta da una malattia, e più genericam. chi è affidato alle cure di un medico o di un chirurgo: il p. è peggiorato; è una p. operata di appendicite; visitare, medicare i p.; è un p. che osserva scrupolosamente la dieta; un bravo dottore, che ha molti pazienti. 3. Nell’antica terminologia filosofica e grammaticale (come agg. o sost.), l’elemento passivo dell’azione, contrapp. ad agente che è l’elemento attivo: quanto l’agente più al p. sé unisce, tanto più forte è però la passione (Dante). le cose agenti sono più delle p. perfette (Varchi); casi che distinguono il p. dall’agente (C. Cattaneo). ◆ Avv. pazienteménte, in modo paziente, con pazienza: affrontare pazientemente i mali, il dolore; aspettai pazientemente che avesse terminato di parlare; sopportare pazientemente le persone moleste, una delle sette opere di misericordia spirituale (la frase è spesso ripetuta scherzosamente o con intenzione, quando qualcuno si mostra troppo insistente o fastidioso).