peana
(raro peane) s. m. [dal lat. paeana, accus. di paean, gr. παιάν, in origine nome di divinità della cerchia di Apollo, poi epiteto di Apollo, «risanatore, soccorritore» e quindi nome del canto lirico in cui il dio era invocato] (pl. -i o invar.). – 1. Canto lirico religioso dell’antica letteratura greca, di tradizione micenea, originariamente riservato al culto di Apollo e della sorella Artemide, poi esteso ad altri dèi olimpici e più tardi, attenuatosi il carattere cultuale, anche a personaggi illustri: composto, nelle forme più antiche, in metro peonico, era cantato da un coro, generalmente di uomini, e accompagnato dal suono della lira; più com. e genericam., canto di guerra e di vittoria: i p. di Pindaro; tutto Cantando il dì la gioventude argiva, E un allegro p. alto intonando, Laudi a Febo dicean ... (V. Monti); dagli eroi seduti dietro il monte Giunse più forte il canto del peana (Pascoli). Con sign. estens., poesia, discorso, scritto che celebri o esalti enfaticamente imprese o persone: i consiglieri hanno intonato un p. all’operato del presidente. 2. Raro e poet. col valore originario come appellativo di Apollo: Lì si cantò non Bacco, non Peana, Ma tre persone in divina natura (Dante). 3. Misura della metrica greca, meglio nota col nome di peone (v.).