pellicano
(ant. pelicano) s. m. [dal lat. tardo pelecanus, pelicanus, dal gr. πελεκάν -ᾶνος, der. di πέλεκυς «ascia, scure», per la forma del becco]. – 1. a. Nome delle varie specie di grossi uccelli pelecaniformi appartenenti al genere Pelecanus, che vivono lungo le coste delle regioni temperate e tropicali: hanno ali lunghe e robuste (l’apertura alare può raggiungere il metro e mezzo), coda corta, piedi palmati, e un caratteristico becco, grande e depresso, che presenta, sulla mascella superiore, una costola mediana terminante con una grande unghia, mentre quella inferiore è formata da branche sottili, unite da una membrana che può dilatarsi a guisa di borsa e serve per immagazzinare i pesci catturati. In Europa sono presenti il pellicano comune (Pelecanus onocrotalus) e il pellicano riccio (Pelecanus crispus). b. In senso fig., e in relazione alla credenza, largamente diffusa, che il pellicano si lacerasse il petto per nutrire i figli del proprio sangue (Quivi si cava il pellican dal petto Il sangue, e rende la vita a’ suoi figli, Pulci), simbolo di Cristo che col sacrificio di sé redime gli uomini: Questi è colui che giacque sopra ’l petto Del nostro pellicano (Dante), san Giovanni che posò il capo sopra il petto di Cristo. 2. Altro nome dell’uccello spatola. 3. ant. Per somiglianza di forma con il becco di un pellicano: a. Specie di vaso o storta per distillare. b. Sorta di uncino per l’estrazione dei denti, ora non più in uso.