pelota
pelòta s. f. [dallo spagn. pelota «palla», che è dal fr. ant. pelote, der. del lat. pĭla «palla»], solo al sing. – Gioco (propr. p. basca, o gioco della palla basca) diffusissimo in Spagna, spec. nella regione basca, ma molto popolare anche in talune regioni francesi e nell’America latina: è praticato, in numerose varianti, all’aperto su un campo rettangolare delimitato da un unico muro frontale o, più comunem., negli sferisterî su un campo (sempre rettangolare) di cui il piano sul quale si dispongono i giocatori, detto pista (lunghezza 50-60 m, larghezza 8-11 m), è delimitato da un muro d’appoggio e da altri due muri situati ai lati minori del rettangolo; la gara viene disputata fra singoli giocatori oppure fra due o più squadre formate da due o tre giocatori (sono anche ammessi incontri fra singolo e coppia o fra coppia e terziglia) e consiste nel prendere e lanciare ogni volta la palla (formata da strisce di gomma rivestite con fili di cotone o di lana e da due coperture in pelle) contro il muro frontale, detto muro di battuta (altezza 9-11 m), servendosi di una apposita racchetta a forma di cesta, assicurata alla mano, in grado di smorzare l’elevata velocità della palla e, subito dopo, di imprimere un energico impulso nel lancio in modo tale che agli avversarî risulti difficile afferrarla, e rilanciarla, prima del suo secondo rimbalzo sul terreno. La gara dura fino a che non si raggiunge un determinato numero di punti, che può variare da 5 (nel singolo) a 45.