peltro
péltro s. m. [lat. *peltrum, forse voce di origine ligure]. – 1. a. Lega di stagno con piombo o antimonio (contenente circa l’1% di argento o rame, che le conferisce durezza e sonorità) o con entrambi, usata nel medioevo e anche in seguito per la suppellettile religiosa, per gli arredi da tavola e gli utensili di cucina: calici, boccali di p. (o in p.); raffinato vasellame di p. argentato, dorato. Nel sec. 16° il termine indicava una lega di stagno e piombo, con circa il 10% di quest’ultimo; il peltro moderno non contiene piombo (e quindi non annerisce), ma antimonio (4-8%) come indurente, oltre a 1-2% di rame. b. Oggetto di peltro: i p. inglesi del sec. 16°; preziosi p. decorati. 2. fig., letter. Metallo in genere, soprattutto in quanto indichi per metonimia il denaro, la ricchezza: Questi non ciberà terra né peltro, Ma sapienza, amore e virtute (Dante). In contrapp. a metalli più preziosi, ha invece indicato talora metallo, oggetto, opera o anche persona di scarso valore: questi ipocriti ribaldi Che von parer d’argento e son di peltro (Tansillo).