penetrale
s. m. [dal lat. penetrale (di solito al plur. penetralia) «l’interno di un edificio», neutro sostantivato dell’agg. penetralis «interiore»]. – Nell’antichità, la parte più interna e recondita della casa e del tempio, in cui si conservavano i simulacri dei penati o del dio, e che ispirava più forti sensi di rispetto e sacralità; raro al sing.: voi che muti impallidite Nel p. della Dea pensosa (Foscolo); per lo più al plur., conformemente all’uso lat., sia in senso proprio (entrare nei p. del tempio) sia con usi estens. (i p. della reggia, del palazzo, i p. domestici), sia in senso fig.: segreti nascosti nei p. dell’animo, nei p. della coscienza, nella parte più intima, più riposta; mi bastava guardarla negli occhi per scoprire le più lievi sfumature di sentimento nei fondi p. del suo cuore (Capuana).