penna
pénna s. f. [lat. pĭnna «piuma, ala» incrociato con pĕnna «ala»; le due parole si confondono spesso nella tradizione manoscritta]. – 1. a. In zoologia, ciascuno degli organi cutanei caratteristici del tegumento degli uccelli, che contribuiscono al mantenimento del calore costante del corpo e rappresentano (quelle delle ali e della coda) i costituenti essenziali degli organi per il volo; comprende una parte assile (la cui radice, inclusa nel follicolo e vuota, è detta calamo), una parte libera e piena (detta ràchide), e due lamine continue che si sollevano da quest’ultima e che, con essa, costituiscono il vessillo: p. remiganti, timoniere, copritrici (chiamate complessivamente p. del contorno o penne propr. dette); p. maestre, nel linguaggio com., le remiganti principali, o primarie (ma quasi esclusivam. in locuzioni fig.: v. oltre); penne a piumino (o, con uso collettivo, il piumino), quelle prive di amuli e le cui barbe rimangono indipendenti senza formare un vessillo consistente; p. filiformi (o filopiume), sottili e rigide, sparse per tutto il corpo, frammiste alle p. copritrici e al piumino; p. matte, le più corte e rade, che stanno sotto le altre; p. d’aquila, di struzzo, d’oca, di pavone; gli uccelli, con le loro p. variopinte e vivaci, davano colore al nostro inverno (Mario Rigoni Stern); gli uccelli mettono, mutano le p.; levare, togliere le p. maestre, a un uccello, in modo che non possa volare, e, in senso fig., riferito a persona, privarla dei mezzi necessarî per agire (più com. l’espressione analoga tarpare le ali); sempre fig., lasciarci, rimetterci, perderci le p., riportare un insuccesso in un’impresa o in un’avventura rischiosa, subire un grave smacco, o anche, con senso più grave, rimetterci la pelle, cioè la vita: sembrava una scalata da principianti e invece ci hanno lasciato le p. tutti e due. Al sing., con valore collettivo: cane da penna, addestrato alla caccia di uccelli (contrapp. al cane da pelo). Al plur., può anche trovarsi usato invece di ali, per lo più in espressioni fig., poet.: sotto l’ombra de le sacre penne Governò ’l mondo (Dante), sotto la protezione dell’aquila romana; spiegare, battere le p., spiccare il volo: spiegò la fama le sue p. (Caro); con altra metafora: prima ... Che rïavesse le maschili penne (Dante), prima che (Tiresia) riprendesse il suo aspetto maschile. b. Elemento ornamentale, generalm. costituito da una penna di uccello rigida adoperata con l’intero calamo, che si trova sia in cappelli femminili, di moda soprattutto in passato, sia in indumenti e acconciature tipiche di costumi e usi tradizionali e primitivi: uno stravagante cappello con penne di pavone; un vestito della Belle époque guarnito con penne di struzzo; le caratteristiche acconciature di penne dei pellirosse. Anche, ornamento del cappello delle truppe alpine o della guardia di finanza, costituito da una penna d’aquila di colore scuro per la truppa e per gli ufficiali inferiori, e di colore bianco per gli ufficiali superiori; per metonimia, le p. nere, gli alpini stessi. 2. estens., ant. a. Aculeo dell’istrice: la barba grossa e prolissa, né più né meno pugnente che le p. d’uno istrice (Boccaccio). b. Pinna dei pesci. 3. a. Strumento scrittorio costituito da una penna d’oca o di altri volatili che, opportunamente temperata e tagliata con una sottile fenditura sulla punta, si usò dalla tarda antichità fino al secolo 19°, intingendola nel calamaio per bagnarla d’inchiostro e poi facendola scorrere sul foglio. Per estens., lo strumento che si sostituì alla penna d’oca, costituito da un’asticciola o cannello di legno o d’altra materia alla cui estremità si fissava un pennino metallico: intingere la p. nel calamaio; cancellare con un frego, con un tratto di penna; scrivere, disegnare a penna, servendosi della penna (e così un disegno, un ritratto, una caricatura a penna). P. stilografica, tipo di penna diffusosi a partire dalla fine del 19° sec., dotato di un serbatoio per l’inchiostro che può essere ricaricato e che rende quindi inutile il calamaio: p. stilografica a pennino rientrante, il primo modello, nel quale un fondello rotante posto superiormente e collegato col pennino faceva rientrare quest’ultimo e permetteva il caricamento con un contagocce, mentre la chiusura a tenuta era realizzata, nella posizione rientrata del pennino, con un cappuccio a vite; p. stilografica a riempimento automatico, adottata successivamente, nella quale il serbatoio è costituito da un sacchetto di gomma (sostituito poi da un meccanismo a stantuffo) che viene premuto da una molla a lamina per espellere l’aria e aspirare l’inchiostro attraverso il pennino; p. stilografica a cartuccia, nella quale l’inchiostro è contenuto in un involucro di plastica sigillato che si perfora automaticamente quando viene montato sulla penna. P. a sfera (o p. biro), tipo di penna diffusosi dopo la seconda guerra mondiale, costituita da un serbatoio, talora sostituibile (che in tal caso si chiama ricambio o refill), contenente un inchiostro speciale, grasso e pastoso, che viene portato a contatto con la carta per mezzo di una piccola sfera di metallo duro montata sulla punta in modo da poter ruotare su se stessa e trasportare un velo di inchiostro; si può chiudere con un cappuccio oppure può essere provvista di un meccanismo a scatto o a vite che determina l’uscita e il rientro della punta del refill nel corpo della penna. P. da disegno, particolare tipo di penna stilografica che serve per disegnare, sia con serbatoio fisso sia con cartuccia, corredata da una serie di pennini intercambiabili per i diversi spessori di linea da tracciare. b. Per analogia, il dispositivo scrivente di strumenti registratori con scrittura a inchiostro, usualmente costituito da un tubicino affilato che, collegato a un piccolo serbatoio contenente inchiostro, scorre sulla carta del registratore segnandovi un tracciato. c. Con ulteriore estens., p. luminosa (calco dell’ingl. light-pen), o più spesso, p. ottica, denominazione corrente – suggerita dalla forma simile a quella di una penna – di varî tipi di lettori ottici aventi usi e principî di funzionamento diversi; quelli impiegati in informatica sono dotati di una fotocellula che, puntata in direzione di un determinato carattere o campo dello schermo video, permette al computer di individuarne la posizione, la quale può corrispondere a un particolare comando, all’opzione di un menù, ecc. (in queste funzioni la p. ottica è ormai spesso sostituita dal mouse); sullo stesso principio si basano le penne usate in giochi didattici che emettono segnali, ottici o acustici, a seconda della luminosità delle immagini o degli oggetti con cui vengono a contatto. La stessa denominazione è data anche a lettori di codici a barre, oggi molto diffusi e appunto di forma simile a quella di una penna che, emettendo raggi luminosi a luce rossa o infrarossa, ricevono per riflessione una sequenza di impulsi ottici decodificabili da un microprocessore: vengono utilizzati, per es., nella catalogazione di prodotti commerciali o per trasmettere informazioni ad apparecchi di videoregistrazione. Sempre nel linguaggio dell’informatica ma nell’uso fam., è detta penna (o penna USB, o chiavetta) il supporto di memoria rimovibile comunemente denominato pen drive (v.). d. Locuzioni fig., con riferimento al fatto di scrivere, all’attività scrittoria: prendere la p. in mano, cominciare a scrivere; posare la p., cessare dallo scrivere (non poserò la p. finché non avrò fatto valere le mie ragioni); scorso, o trascorso, di p., errore materiale di scrittura (frequente l’espressione lat. lapsus calami: v. lapsus); lasciarsi uscire di p., scrivere inconsideratamente qualche cosa che sarebbe stato meglio non scrivere (cfr., con sign. analogo, le espressioni lasciarsi uscire o lasciarsi scappare di bocca); così come mi è uscito di p., di cosa scritta di getto, senza troppo studio; lasciare nella p., tralasciare di scrivere, per dimenticanza o anche intenzionalmente (il nome lo lascerò nella p., non lo dirò per discrezione; e analogam.: avevo un nome sulla punta della p., stavo per scriverlo, ma mi sono trattenuto dal farlo); intingere la p. nel fiele, scrivere con ira e acredine; saper tenere la p. in mano, avere buone attitudini di scrittore corretto e efficace; uomo di penna, scrittore, studioso, letterato. Per metonimia, lo scrittore stesso: una buona p.; è considerato la migliore p. del giornalismo italiano; una p. temuta, una p. tagliente, una p. inesorabile, di critico o polemista severo, caustico, aggressivo; una p. venduta, uno scrittore asservito, mercenario. 4. Strumento, oggetto o parte di oggetto originariam. costituiti da vere e proprie penne di uccello, o a queste simili nella forma. In partic.: a. Altro nome del plettro, usato per pizzicare le corde di strumenti come la chitarra, il mandolino e la mandola (che raggruppati formano la cosiddetta orchestra a penna), e anche la chitarra e il contrabbasso elettrici; o, applicato al saltarello, per far vibrare le corde nel clavicembalo e nelle varietà di esso (spinetta, virginale, ecc.), per tal motivo designati col nome generico di strumenti a penna. b. La parte della freccia opposta alla punta, opportunamente sagomata in modo da conservare la dirittura alla freccia durante il suo moto; in origine si raggiungeva tale scopo, e si raggiunge tuttora presso popoli primitivi, con l’operazione di impennatura. c. Per analogia, la parte del martello a forma di cuneo arrotondato, spesso biforcato, opposto alla bocca. 5. Spec. al plur., tipo di pasta corta, liscia o rigata, da fare asciutta, a forma di cannelli tagliati obliquamente alle due estremità: penne al sugo, all’arrabbiata. 6. a. Nell’attrezzatura navale, l’estremità superiore delle antenne e dei picchi, che sostengono vele latine o auriche; anche l’estremità delle vele stesse: occhio alla p.!, avvertimento al timoniere a non farsi sorprendere da un salto di vento (il punto di penna di una vela latina è infatti il primo che comincia a fileggiare quando la vela non porta bene); per estens., nel linguaggio com., invito generico a fare attenzione (quindi sinon. di occhio!, all’erta!, e sim.). b. Cima di monte: le tre p. di San Marino; spec. in toponimi (per es., Penna in Teverina, Pennabilli, ecc.). 7. In botanica: a. Innesto a penna, nome dato in Toscana a un tipo di innesto a corona che si fa introducendo una sola marza tra la corteccia e il legno del soggetto, precedentemente troncato. b. Penna di pavone, nome ital. di un’alga delle feoficee (Padina pavonia), comune nel Mediterraneo e nell’Atlantico settentr.; anche nome regionale (settentr.) della bella di giorno. 8. In zoologia: a. Nome barese del pesce palombo (Mustelus mustelus). b. Penna di mare, altro nome della pennatula. ◆ Dim. pennétta (anche come tipo di pasta corta, simile alle penne ma più piccola, e per indicare la pen drive), pennina, non com. pennolina; vezz. o spreg. pennùccia; accr., non com., pennóna; pegg. pennàccia.