pensare [dal lat. pensare, intens. di pendĕre "pensare"] (io pènso, ecc.). - ■ v. intr. (aus. avere) 1. [assol., esercitare l'attività del pensiero: agire senza p.] ≈ meditare, ponderare, ragionare, riflettere. 2. a. [dirigere l'attività del pensiero su qualcuno o su qualcosa, richiamare alla mente, con la prep. a: p. ai tempi andati] ≈ andare (o riandare) col pensiero, ricordare (ø), rievocare (ø), ripensare. b. [rappresentarsi mentalmente fatti futuri, con la prep. a: pensa alle vacanze che si avvicinano] ≈ fantasticare (su), figurarsi (ø), immaginare (ø), prefigurarsi (ø). c. [rivolgere le proprie cure, con la prep. a, anche nella forma fam. pensarci: penserò io a tutto; ci pensiamo noi a risolvere la faccenda] ≈ (lett.) attendere, badare, curarsi (di), dedicarsi, interessarsi (di), occuparsi (di), prendersi cura (di), preoccuparsi (di), procurare (di), provvedere. ↔ disinteressarsi (di), (volg.) fottersene (di), (fam.) fregarsene (di), (fam.) infischiarsene (di). ● Espressioni: dare da pensare ≈ [→ DARE (2. b)]. 3. [avere una data opinione su qualcuno o qualcosa: p. bene, male di una persona] ≈ considerare (ø), giudicare (ø), valutare (ø). ■ v. tr. 1. a. [esaminare con il pensiero: cosa pensi?] ≈ considerare, meditare, ponderare. ↑ rimuginare, (lett.) rivolgere. b. [richiamare alla mente: pensa quanti sacrifici abbiamo fatto per te!] ≈ rammentare, ricordare, (lett.) rimembrare, tenere a mente (o presente). c. [raffigurarsi nella mente: pensa quale è stata la nostra gioia!; pensa che soddisfazione per me!] ≈ figurarsi, immaginare. 2. a. [nella forma pensarla, avere una data opinione su qualcosa: vorrei sapere come la pensa] ≈ giudicare, valutare, vedere. b. [essere del parere, seguito da prop. oggettiva esplicita o implicita: penso che abbia agito male; pensa di avere ragione] ≈ credere, essere dell'avviso, giudicare, reputare, ritenere, stimare. c. [ritenere in anticipo, seguito da prop. oggettiva esplicita o implicita: penso che sarà un bello spettacolo; pensa di vincere] ≈ congetturare, ipotizzare, presumere, prevedere, supporre. 3. [elaborare con la mente qualcosa di complesso: una ne fa e cento ne pensa] ≈ architettare, escogitare, ideare, inventare, macchinare, progettare. 4. [avere l'intenzione, con l'inf. preceduto dalla prep. di: penso di vendere la casa] ≈ (non com.) avere in animo, fare conto, prefiggersi, progettare, proporsi, ripromettersi. ■ pensarsi v. rifl. [con valore copul., avere una data opinione di se stessi, seguito da complemento predicativo del soggetto: si pensa intelligente] ≈ considerarsi, credersi, immaginarsi, reputarsi, ritenersi. [⍈ DIMENTICARE]
pensare. Finestra di approfondimento
Modi di pensare - Vi sono vari modi di esercitare l’attività del pensiero. P. è il verbo più generico e ha una molteplicità di sign., il più com. dei quali è quello di «avere un’opinione», seguito da una prop. oggettiva: pensa di avere ragione; non penso che sia giusto. Il sinon. più com. è credere, mentre più ricercati sono essere dell’avviso, giudicare, reputare, ritenere, stimare: credi di farcela?; ritenne che sarebbe stato meglio ripetere l’esame. Tuttavia nessuno di questi sinon. può coprire tutti gli usi di p., e questo è evidente, per es., nelle interrogative introdotte da che, dal valore quanto mai generico: che ne pensi di Gianni?; che ne pensi di venire in vacanza con noi? In questi casi, per trovare un sinon., bisognerebbe riformulare la frase, nel primo caso (che opinione, o giudizio,hai di Gianni?), oppure ricorre al verbo dire, anch’esso generico, nel secondo (che ne dici...?). Un altro sign. com. di p. è quello di «formulare delle riflessioni», con i sinon. ragionare e riflettere e i più formali e intens. meditare e ponderare: è necessario ragionare bene, prima di decidere; hai una settimana di tempo per riflettere, prima di darmi una risposta. Ma anche in questo caso nessun sinon. può sostituire p. in tutti gli usi, per es. in un caso come il seguente: a che pensi? Ragionare e riflettere alludono infatti a un pensare più attento, strutturato e finalizzato del semplice pensare. Meditare e ponderare alludono con maggior evidenza alle conseguenze, ai pro e ai contro di una decisione, o a un pensare ordinato ed equilibrato (non a caso, il sign. dell’etimo di meditare è «curare» e quello di ponderare è «pesare», così come quello di p.): tracciò lo schema della conferenza, lo meditò punto per punto, poiché avrebbe parlato e non letto (L. Pirandello); mio padre mi chiamò nella sua camera, dicendo che aveva grandi cose a comunicarmi, e che stessi ben attento e ponderassi tutto perché dalla mia destrezza dipendeva la fortuna mia e lo splendore della famiglia (I. Nievo). Ideare, rispetto a p., indica più concretamente il risultato creativo dell'attività del pensiero: ho ideato una soluzione alla crisi della nostra impresa (lo stesso es., con p. al posto di ideare, non implicherebbe l'aver trovato una soluzione). Rimuginare (o l'iron. ponzare) esprime un pensare e un ripensare tra sé e sé, insistentemente, a qualcosa che non dà pace, un cercare di trovare una soluzione o di ricordare qualcosa che sfugge: s’era chiusa in sé, cupa, a rimuginare perché si fosse sentita così a dentro ferire dal discorso di colui (I. Svevo).
Genericità del pensare - La scelta del sinon. diventa solo apparentemente più semplice se si rende esplicita almeno una parte del contenuto del pensare. Vediamo qualche esempio. 1) Penso a quando ero giovane (i sinon. ricordare e il più formale rievocare indicano ricordi troppo puntuali e coscienti rispetto al generico p.: ricordo ancora quando la nonna ci portava al mare). 2) Penso a dove andare in vacanza (anche qui i sinon. sono troppo specifici: progettare allude a decisioni precise; fantasticare e figurarsi sono invece quasi legati al sogno: mi figuro su un’isola tropicale; immaginare è adatto ora per supposizioni, ora per fantasticherie: immagino che quest’anno andremo in montagna, come al solito; immagina come sarebbe bello andare in Egitto). 3) Penso a come dare da mangiare ai miei figli (un sinon. possibile è preoccuparsi; intens. sono architettare, escogitare, lambiccarsi, scervellarsi, che alludono alla difficoltà di trovare una soluzione). 4) Penso sempre a te (qui la genericità dell’es. non ammette nessun sinon., se non rendendo più esplicito l’enunciato: ti desidero, ti rimpiango, ti sogno e sim.). Anche nel sign. di «ritenere in anticipo» (penso che farà tardi stasera) i sinon. sono tutti (tranne il già cit. immaginare) più concreti e specifici, esprimendo ora un’elaborazione di conclusioni sulla base di premesse, ora una precisa articolazione di pensiero: congetturare,ipotizzare,presumere,prevedere,supporre, tutti più formali di p.: dal tuo abbigliamento, presumo stia andando a una festa; conoscendolo, suppongo che tuo padre si sia offeso.
Pensiero e pensieri - Anche l’attività mentale ha vari nomi e varie sfumature. Con pensiero si intende di solito, genericam., l’attività del formulare concetti (concentra il tuo pensiero su un solo aspetto del problema), oppure, più concretamente, il frutto specifico di tale attività (questo è stato un pensiero intelligente) o l’insieme dei pensieri di una persona, di una corrente e sim. (il pensiero di Kant; il pensiero neoclassico). Oppure, infine, può essere usato, scambiando il contenuto col contenitore, come sinon. di cervello,mente,testa: sa leggere nel pensiero; vorrei sapere cos’ha nella testa. Intelletto e intelligenza, differentemente da pensiero, hanno soltanto sign. generici e astratti, indicando la capacità di acquisire conoscenze, ragionare, di formulare concetti: la passione ottenebra l’intelletto (V. Imbriani). Intelligenza, in più, indica anche l’avere un intelletto razionale particolarm. acuto e quindi lo sfruttare al meglio la capacità di ragionare: la sua intelligenza è davvero notevole. Anche ragione indica l’attività del formulare concetti, ma sottolinea l’aspetto della connessione logica tra i pensieri e la contrapposizione con l’istinto, l’irrazionalità, la passione e sim. I sinon. più com. di ragione sono infatti giudizio o senno (che si riferiscono per lo più alla prudenza e alla capacità di saper prendere decisioni equilibrate, di giudicare con equità: qui ci vuole giudizio), ingegno (che rimanda spesso a un’intelligenza pratica, alla capacità di trarsi d’impaccio: è un persona d’ingegno), razionalità e raziocinio (riferiti alla logica serrata del ragionamento: parlava con freddo raziocinio). Un’altra sfera del pensiero è quella legata all’immaginazione e alla fantasia, entrambi termini che rimandano alla capacità di creare immagini mentali, di pensare a cose, persone o situazioni che non esistono più, che esisteranno o che non sono mai esistite (v. scheda INVENTARE). Pensiero ha anche sign. più concreti, per lo più positivi al singolare (che pensiero gentile!; ti ho portato un pensierino), solitamente negativi al plur. (ho troppi pensieri; v. scheda IDEA). Da quest’ultima accezione di pensiero «preoccupazione» derivano anche i sign. dei der. pensieroso e spensierato e delle espressioni darsi pensiero, mettere pensiero, stare in pensiero.