pensoso
pensóso agg. [der. di pensare]. – 1. Assorto in pensieri, immerso in qualche riflessione: se ne stava tutto p. in un angolo; s’incamminò con aria p. verso casa; Solo e p. i più deserti campi Vo mesurando a passi tardi e lenti (Petrarca); è termine di tono più letter. che pensieroso, e indica piuttosto la meditazione che la preoccupazione. Talvolta riferito a cosa, condizione, situazione, comportamento: nella quiete p. del convento; una giovinezza triste e p.; O Dea! tu pur mi lasci alle pensose Membranze (Foscolo). 2. Seguito da complemento o da prop. subordinata, che ha il pensiero rivolto a qualche cosa: Deh peregrini che pensosi andate, Forse di cosa che non v’è presente (Dante); lungamente Mi sedetti colà sulla fontana Pensoso di cessar dentro quell’acque La speme e il dolor mio (Leopardi); E quando tacque, mi lasciò pensoso Di pensieri più forti e più soavi (Giusti); più spesso, sollecitato da cosa o condizione che preoccupa, che costituisce un pensiero costante: essere p. del proprio avvenire; Un cavalier, ch’Italia tutta onora, P. più d’altrui che di se stesso (Petrarca). ◆ Avv. pensosaménte, in atteggiamento pensoso, assorto: tacque pensosamente; guardava pensosamente i monti lontani.