percussione
percussióne (raro e ant. percossióne) s. f. [dal lat. percussio -onis, der. di percutĕre «percuotere», part. pass. percussus]. – 1. L’atto, il fatto di percuotere o di essere percosso, e il colpo stesso, o urto, di un oggetto che batta in modo più o meno violento e secco su un altro corpo: la p. di una lamiera col martello; la p. del battaglio sulla campana; il suono determinato dalla p. del gong con una mazza; e per estens., non com., la p. della luce sulla parete, o sim. Con uso assol., in etnologia, tecnica di accensione del fuoco, praticata in tempi preistorici e conosciuta tuttora da varî popoli primitivi, consistente nel battere tra loro una selce e una pirite o altro materiale ferrifero, per fare scoccare scintille che incendino un ciuffo di foglie secche appositamente preparato. 2. Di uso frequente la locuz. agg. a percussione, in denominazioni specifiche: a. Strumenti a p. (detti anche, brachilogicamente, le percussioni), gruppo di strumenti musicali, usati prevalentemente in orchestra, nei quali il suono è prodotto percuotendo con diversi mezzi membrane tese, lamine, tubi metallici, legni duri, ecc., detti più specificamente strumenti a p. a suono determinato, cioè di altezza intonata (timpani, campane, sistro, xilofono), e a suono indeterminato (grancassa, tamburo, tam tam, piatti, triangolo, nacchere). Sono generalmente suddivisi, a seconda delle diverse modalità di produzione del suono, in idiofoni (nei quali lo strumento produce il suono per mezzo delle vibrazioni del materiale di cui è costituito), membranofoni (strumenti in cui pelli o membrane sono tese sopra un risonatore), cordofoni (in cui sono poste in vibrazione una o più corde) e aerofoni (in cui il suono viene prodotto ponendo direttamente in vibrazione l’aria). Nei complessi di musica latino-americana e di jazz, le percussioni sono costituite da particolari strumenti: bongós, congas, maracas, timbales, reco-reco, ecc. b. Congegni di sparo a p., quelli nei quali l’accensione delle cariche di lancio o di scoppio consiste essenzialmente nell’urto di un percussore sopra una capsula d’innesco contenente una piccola quantità di esplosivo altamente sensibile; con sign. più ristretto, armi a p., quelle portatili ad avancarica, introdotte nel 19° sec. e ancora in uso come armi da caccia, caratterizzate dal sistema di accensione a capsula. 3. Con accezioni partic. nel linguaggio scient. o tecnico: a. In meccanica, lo stesso che percossa (v.) o forza impulsiva. b. Nel linguaggio medico, esame diagnostico che si effettua percuotendo una determinata regione del corpo (per lo più torace e addome) con le punte flesse riunite delle cinque dita (p. immediata, non più in uso) o con la punta di un solo dito interponendo tra questo e la superficie corporea esaminata un altro dito oppure un plessimetro (p. mediata). Anche, particolare forma di massaggio terapeutico che si esegue colpendo ripetutamente una regione corporea, con i polpastrelli o con le nocche delle dita, con le palme delle mani o con i pugni chiusi. c. In cristallografia, figura di p., l’insieme di fenditure rettilinee che si producono su una faccia o lamina di cristallo quando viene percossa con un ago d’acciaio: assume una orientazione dipendente dalla simmetria del cristallo e può essere utilizzata per ricerche cristallografiche. 4. Nella metrica classica, lo stesso, ma meno com., che ictus. 5. Nel linguaggio finanz. (con riferimento al sign. 4 di percuotere), il processo mediante il quale un’imposta colpisce il contribuente di diritto, quello cioè tenuto a pagare l’imposta stessa al fisco, indipendentemente dall’eventuale traslazione dell’onere di essa su altri contribuenti di fatto.