perdere
pèrdere v. tr. [lat. perdĕre, comp. di per-1, indicante deviazione, e dare «dare»] (pass. rem. pèrsi o perdètti [meno com. perdéi], perdésti, pèrse o perdètte [meno com. perdé], perdémmo, perdéste, pèrsero o perdèttero [meno com. perdérono]; part. pass. pèrso o perduto). – 1. Di uso prevalentemente letter. o del linguaggio elevato (secondo il sign. fondamentale del verbo latino), procurare il danno, la sconfitta, la rovina, o anche la morte di qualcuno: un’improvvisa furiosissima tramontana ... ebbe poco meno che a perderci tutti (Spallanzani); la sua avidità di denaro lo ha perduto; più spesso in senso morale, danneggiare nella pubblica opinione, o ridurre a uno stato di corruzione, di depravazione: le cattive compagnie finiranno col perderlo; possono riferire tutto a mio marito: possono perderci (Deledda); la curiosità ... perdette Eva e fece il danno di Adamo (Bacchelli); in partic., p. l’anima, procurarne la dannazione. Con sign. analoghi il rifl. perdersi: se continua a frequentare certi ambienti, finirà col perdersi; peccatori che si perdono per la loro ostinazione nel male. 2. Nell’uso com., cessare di possedere qualche cosa, restarne privo per averla smarrita, per colpa d’altri, o per qualsiasi altro motivo: p. un bottone; p. l’anello, il portafoglio; in senso più astratto, p. la clientela. In partic.: a. Con riferimento a organi e parti del corpo, restarne privo, sia improvvisamente per azione violenta (p. un braccio, una gamba, un occhio, in un incidente, in battaglia e sim.) sia in un certo spazio di tempo per processo naturale: ha perso tutti i capelli; cominciava a p. i denti; prov., il lupo perde il pelo ma non il vizio; per estens., di organi vegetali: alcuni alberi d’autunno perdono le foglie; un lauro verde, Che per fredda stagion foglia non perde (Petrarca). b. Lasciar fuoriuscire liquidi contenuti nel proprio interno; in partic., riferito all’uomo o ad animali: p. sangue da una ferita; il malato ha perso molto sangue. Per estens., di recipienti o congegni che lasciano sfuggire parte di ciò che contengono: il motore perde olio; il radiatore perde acqua; spesso con uso assol.: la botte, il condotto del gas, il serbatoio della benzina perde. c. Con riferimento a facoltà, a forze vitali, a disposizione d’animo, a qualità che vengono meno, che diminuiscono sensibilmente fino a scomparire: Quivi perdei la vista e la parola (Dante); p. l’appetito; p. il sonno; p. la voce, diventare rauco, fioco, per malattia degli organi vocali, per aver gridato troppo, ecc.; p. la memoria, p. il buonumore, la serenità, la calma, la tranquillità, la fede; p. la pazienza; p. le forze; p. la salute; p. (la) conoscenza, p. i sensi, fam. p. i sentimenti, di persona che sviene, di malato gravissimo; p. la vita, morire. Anche di cose: il fiore ha perso il profumo; il tessuto perde il colore. d. Non riuscire più a mantenere la condizione, la situazione, il livello, il vantaggio e sim. che si erano raggiunti: p. una posizione (militare); p. velocità, di veicoli; p. quota, di aerei. P. terreno, di combattente che indietreggia di fronte al nemico, di corridore che resta indietro rispetto ad altri concorrenti, e, in senso fig., di qualsiasi cosa (spec. moda, usanza e sim.) la cui importanza diminuisce a confronto di altre. Con uso assol., nel linguaggio marin., si dice che un veliero perde, quando non riesce a progredire nella direzione voluta (cioè perde cammino), ovvero, nel bordeggiare, rallenta l’andatura rispetto a un’altra imbarcazione che procede con uguale rotta o retrocede rispetto a un punto di riferimento (punto di partenza, punto di virata, ecc.), per effetto di errata manovra o a causa del vento, del mare, delle correnti contrarie. In senso più astratto, non avere più la considerazione di cui si godeva presso gli altri, non detenere più una carica, un ufficio, il posto che precedentemente si occupava nella vita sociale e sim.: p. la reputazione, la stima, il credito; p. l’onore; p. il grado; p. il posto, essere licenziato; p. il comando, il regno, la corona, il trono. e. Non avere più la presenza, la compagnia, e sim., di una persona, in seguito a cause varie: p. un amico, perché è morto, o si è allontanato, o anche perché è cessata l’amicizia; in partic., con riferimento a familiari, persone amate e sim., esserne privato a causa della morte: ha perduto un figlio in guerra; p. i genitori, p. il padre e la madre, rimanere orfano; p. il marito, la moglie, rimanere vedova, o vedovo. f. Lasciar cadere, o lasciarsi sfuggire, qualcosa che si ha tra le mani o si tiene comunque: stupefatto Perde le reti il pescatore ed ode (Foscolo); p. le staffe, lasciarle sfuggire dal piede, e, in senso fig., non riuscire a mantenere il controllo di sé. Anche, di indumenti che scendono o escono dal corpo (perché di dimensioni eccessive, o malamente fermati): è dimagrito e ora perde i pantaloni; la chiusura lampo si è rotta e stavo perdendo la gonna; nuotando ha rischiato di p. il costume. g. Abbandonare inavvertitamente, non riuscir più a seguire qualcosa che invece si dovrebbe seguire: p. la strada, meno com. la via, smarrirsi; p. l’orientamento, non orientarsi più (e con senso analogo p. la bussola, la tramontana, per lo più fig., non avere più il dominio di sé); p. le tracce, non trovar più le tracce della selvaggina o di persona che si insegue; p. di vista (o d’occhio) una persona o una cosa, non vederla più, non seguirla più con gli occhi mentre si allontana (anche fig., di persona con la quale non si hanno più rapporti: eravamo amici un tempo, ma poi l’ho perso di vista); fig. p. il filo del discorso, interrompersi, non riuscire a proseguire per distrazione; p. il controllo della vettura, o della guida, non riuscire più a manovrare gli organi di comando (v. controllo, n. 5), e analogam. p. il controllo (o il dominio) di sé, dei proprî nervi, non riuscire a dominare le proprie reazioni (con sign. simile, anche p. la testa: v. testa1, n. 1 a). Nel ballo o nella marcia, p. il ritmo, il tempo, il passo, muoversi senza seguire più il ritmo, andare fuori tempo. h. In una serie di operazioni ordinate, tralasciarne qualcuna: ho seguito tutte le conferenze, senza perderne una; è stato malato e ha perduto molte lezioni; p. un punto, in lavori a maglia, far cadere una maglia. P. colpi, anomalia che si verifica in una macchina per difettosa alimentazione, in partic. nel motore a scoppio a causa di un difetto di accensione o di carburazione, per cui non si ha la regolare successione degli scoppî previsti; in senso fig., non avere più l’efficienza, il successo di un tempo, non conseguire più gli stessi risultati positivi di una volta; al contr., ma con sign. più ampio (anche per incrocio con altre accezioni di colpo), non perde un colpo, di persona che fallisce raramente, che raggiunge sempre quanto si è prefissa, che non si lascia sfuggire un’occasione favorevole, e sim. i. Non riuscire a raggiungere, a prendere, qualcosa che si dovrebbe raggiungere o prendere in una determinata circostanza, perché non si arriva in tempo o per altro motivo: p. il treno, l’aereo, il battello; se non ti affretti perderai il concerto; siamo arrivati tardi, così abbiamo perso il primo tempo dello spettacolo; è un film da non perdere; per estens., p. l’occasione, lasciarsela sfuggire (in questo stesso senso anche, con uso fig. e scherz., p. l’autobus). l. Subire un danno economico, rimetterci finanziariamente (il contr. di guadagnare): in quella speculazione ha perduto tutto quello che aveva; abbiamo perso 20 mila euro in borsa; ho perso duecento euro a poker. Più genericam., non aver nulla da p., essere nella condizione di non poter subire danno, comunque vadano le cose. m. Avere la peggio, riuscire inferiore rispetto all’avversario, in un combattimento, una competizione, un contrasto e sim. (il contr. di vincere): p. la guerra, la battaglia, la partita, la gara, l’incontro, il campionato, la scommessa; p. la lite, la causa; con riferimento a singole fasi di un gioco: p. un punto, due punti; p. la prima mano. Con uso assol., essere il perdente: avevo scommesso cento euro e ho perso; chi fa meno di dieci punti perde; Quando si parte il gioco de la zara, Colui che perde si riman dolente (Dante); devi imparare a p.; a nessuno piace p.; nella vita ora si vince e ora si perde. Per estens., con ci indef., riuscire o apparire inferiore in qualche cosa, scapitare a confronto d’altri: è una bella ragazza, ma a paragone della sorella ci perde. n. Sprecare, sciupare, occupare senza un risultato soddisfacente, soprattutto con riferimento al tempo e alla sua utilizzazione: Ché perder tempo a chi più sa più spiace (Dante); via, concludiamo, non perdiamo altro tempo; se vogliamo arrivare puntuali, non dobbiamo p. tempo; non c’è tempo da p., frase d’uso com. per spronare sé e altri ad affrettarsi, a non rallentare il moto o il ritmo del lavoro, ad agire senza concedersi riposo, e sim.; con altri complementi: ho perso tutta la mattinata a girare per gli ufffici; p. la propria giovinezza, i proprî anni più belli, lasciar sfiorire la gioventù senza goderne i vantaggi; p. l’anno (scolastico), di alunno che non è stato promosso alla classe successiva. Con sign. analoghi: p. il fiato, sfiatarsi a dire cose a cui nessuno dà ascolto (più com. sprecare il fiato); p. la fatica, e con frase prov. p. il ranno e il sapone, fare cosa inutile, operare senza risultato. o. Con accezione partic. nella locuz. fam. lasciar p., soprattutto come invito a sé o ad altri a non insistere in un tentativo, a non accanirsi in un lavoro o nel voler conseguire uno scopo, e più spesso a troncare una discussione, un litigio, e sim.: è meglio lasciar p., è tempo buttato!; va bene, ho capito, lasciamo p.!; vieni via, lascia perdere! p. A perdere, locuz. agg. riferita, nel linguaggio del commercio, a bottiglie, recipienti e contenitori non riutilizzabili dopo l’uso e da non restituire al venditore, per cui possono essere buttati tra i rifiuti; spec. nella espressione vuoto a perdere. 3. Con uso intr. (aus. avere), seguito dalla prep. di, con valore tra partitivo e di limitazione, scemare, diminuire: p. d’autorità, di prestigio, di forza; con l’assuefazione, i farmaci perdono di efficacia. 4. Come intr. pron., con sign. varî: a. Smarrirsi, non ritrovare la strada o l’orientamento: ci accorgemmo di esserci perduti; e più determinatamente: perdersi nel bosco, nella foresta, perdersi nella montagna. E in usi fig.: perdersi in un bicchier d’acqua, non riuscire a superare piccole difficoltà; più genericam., confondersi, non sapersi raccapezzare: la mente si perde in tali misteri; è un problema difficile: mi ci perdo. b. Scoraggiarsi, nelle locuz. perdersi d’animo, di coraggio. c. Impiegare il proprio tempo in cose futili e poco importanti, trascurando le occupazioni principali: perdersi in chiacchiere, in discussioni o polemiche inutili; perdersi dietro alle ragazze; e con sign. analogo: lascialo fare: non ti perdere dietro a lui. d. Di suono, visione e sim., svanire, affievolirsi a poco a poco fino a estinguersi o dileguarsi: le voci si perdevano in lontananza; la costa si perdeva nella nebbia; Siede con le vicine Su la scala a filar la vecchierella, Incontro là dove si perde il giorno (Leopardi). ◆ Part. pres. perdènte, anche come agg. e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. perduto e pèrso, anche come agg. (v. perduto e perso1).