perdonanza
s. f. [dal fr. ant. pardonance, der. di pardoner (mod. pardonner) «perdonare»], ant. – 1. Perdono (di offesa recata o di colpa commessa): piagnendo gli si lasciò cadere a’ piedi e umilmente d’ogni oltraggio passato domandò p. (Boccaccio); talora ripreso nell’uso letter. mod., anche con il sign. di scusa, venia: se ho detto mal, domando p. (Goldoni); chiese di nuovo p. alla madre, d’aver taciuto fino allora (Manzoni, Pr. Sp., ediz. 1827, cap. XXVI, sostituito nell’ediz. 1840 con perdono); mi sarà data p. (Papini). 2. Indulgenza delle pene temporali, che si otteneva mediante visite alle chiese e compiendo determinate pratiche di culto, spec. nelle espressioni prendere, pigliare la p.; e andare alla p. o alle p. significava andare al luogo dove si lucravano le indulgenze: l’altrieri, quando io andai a Fiesole alla p. (Boccaccio); credono che ’l fare bene consista nello andare alle chiese e alle p. (Savonarola).