perforazione
perforazióne s. f. [dal lat. tardo perforatio -onis (riferito alla trapanazione del cranio), der. di perforare «perforare»]. – 1. a. L’atto, l’operazione, il modo di perforare, di produrre cioè un foro o una serie di fori attraverso una materia compatta; anche, il fatto di venir traforato, e il risultato di tale operazione, ossia il foro o i fori praticati: p. del terreno, della roccia; p. della montagna (per l’apertura di una galleria); fare, eseguire una p.; macchine, apparecchiature, strumenti da p., o per la p. (del cartone, del cuoio, della lamiera, del terreno, ecc.). b. In partic.: p. della carta, operazione con cui si pratica nella carta una serie di fori opportunamente predisposti per determinati impieghi, e la serie stessa dei fori; p. di una pellicola, la serie di fori, regolarmente intervallati, che rende possibile il trascinamento della pellicola fotografica o cinematografica (per mezzo di appositi rocchetti dentati) negli apparecchi da ripresa o da proiezione; p. di schede e di nastri, nei procedimenti di calcolo meccanografico ed elettronico, il trasferimento dei dati su schede e su nastri sotto forma di fori, eseguito mediante perforatrici. c. Nella tecnologia industriale, sinon. meno com. di foratura. d. In operazioni belliche, p. delle corazze, quella operata, sui rivestimenti protettivi d’acciaio di navi o carri armati, dai proiettili (costruiti a tale scopo con testata d’acciaio speciale ad alta resistenza) delle artiglierie navali o di quelle anticarro. e. Nella tecnica mineraria, operazione, eseguita con mezzi quali il fioretto a mano, il martello perforatore, la perforatrice, consistente nel praticare nella crosta terrestre fori di diverso diametro e lunghezza per raggiungere strati produttivi o a scopo esplorativo o di coltivazione o per allogare mine necessarie all’abbattimento. f. In chirurgia, p. ossee, interventi chirurgici consistenti nel praticare nell’osso, a scopo decongestionante o eutrofico, una serie di piccoli fori a fondo cieco mediante idonei apparecchi (perforatori). 2. Con riferimento a tempi lontani, p. della lingua, pena comminata eccezionalmente da qualche legislazione medievale (così nelle costituzioni del Regno di Sicilia di Federico II) ai bestemmiatori. 3. Il fatto, il processo di perforarsi. In partic.: a. In medicina, interruzione improvvisa e circoscritta della continuità di un organo, o di formazioni anatomiche sovrapposte, per varie cause; in partic., p. degli organi cavi addominali (stomaco, intestino), connessa a eventi traumatici quali ferite da punta, colpi d’arma da fuoco, ecc., oppure a lesioni patologiche preesistenti (ulcera gastrica o duodenale, appendicite acuta, ecc.): si manifesta con dolore acutissimo e improvviso, malessere generale, contrattura dei muscoli addominali, febbre e talora vomito (sindrome da perforazione). b. In elettrotecnica, p. del dielettrico, l’alterazione che in esso si determina per il prodursi di una scarica disruptiva; ciò accade allorché la tensione applicata al dielettrico raggiunge un certo valore (tensione di p.) che dipende dalle caratteristiche del dielettrico stesso (v. dielettrico).