perire
v. intr. [lat. perire, propr. «andare in rovina», comp. di per-1 e ire «andare»] (io perisco, tu perisci, ecc. [ant. o poet. io pèro, tu pèri, ecc.]; cong. pres. io perisca, ecc. [ant. o poet. io pèra, ecc.]; aus. essere). – 1. Trovare la morte; è sinon. più elevato di morire, ma per lo più con riferimento a morte non naturale: è perito tragicamente in un incidente stradale; decine di persone perirono in quel naufragio (o nello scontro ferroviario, nel disastro aereo); Destò quel Dio nel campo un feral morbo, E la gente perìa (V. Monti); prov., chi di spada ferisce di spada perisce; e in formule retoriche d’imprecazione, tradizionali nel linguaggio poetico: Pera colui che prima osò la mano Armata alzar su l’innocente agnella E sul placido bue (Parini); Pera chi osò primiero Discortese commettere A infedele corsiero L’agil fianco femmineo (Foscolo). In senso più ampio, estinguersi, scomparire: dubitavano eziandio [gli Dei] che rinnovandosi e moltiplicandosi quei tristi esempi, la stirpe umana fra poca età, contro l’ordine dei fati, venisse a perire (Leopardi). Per estens., di animali, e, più raram. e letter., di piante che per avversità atmosferiche o per altri fatti si secchino o comunque cessino di svilupparsi e dare frutto, o siano sradicate dal terreno: gran numero di buoi e di cavalli perirono nell’alluvione; mi dicono che da voi siano periti per gelo tutti gli agrumi (Mazzini). 2. letter. Riferito a cose inanimate, andare distrutto o perduto, andare in rovina: E legno vidi già dritto e veloce Correr lo mar per tutto suo cammino, Perire al fine a l’intrar de la foce (Dante); periscono gli stati, le istituzioni; opere d’arte, monumenti che periscono per l’abbandono in cui sono lasciati da coloro che dovrebbero provvedere alla loro conservazione. E in senso fig.: gloria, fama che non perirà mai (cfr. imperituro); Anche peria fra poco La speranza mia dolce (Leopardi).