peritarsi
v. intr. pron. [lat. tardo pĭgrĭtari, intens. di pigrari «essere indolente, pigro», der. di piger «pigro»] (io mi pèrito, ecc.), letter. – Esitare a compiere un’azione, per mancanza di volontà o di decisione, o anche per timidezza, soggezione, senso di vergogna, o per altro motivo di ritrosia: tali che si peritavano di affrontarvi a visiera alzata (Foscolo); la povera donna si peritava a uscire di casa con quella [gonnella] che aveva addosso logora e rattoppata (Guerrazzi). Più spesso, spec. in frasi negative, avere dubbî, incertezze, farsi scrupolo di fare qualcosa o di comportarsi in un determinato modo: non mi peritai di dirgli chiaro e tondo ciò che pensavo di lui; non si perita di fare false affermazioni; è uno sfacciato che non si perita di sostenere qualsiasi menzogna; ogni volta che potevano non si peritavano di corteggiargli la moglie (Moravia). Meno com., provare timore, sentirsi a disagio, non fidarsi, e sim.: mi facevano delle strane domande alle quali io rispondeva secondo il mio carattere senza peritarmi un attimo (Cicognani); si fermò timida sull’uscio ..., e Stefano capì che s’era peritata di trovarlo ancora a letto (Pavese). ◆ Part. pres. peritante, anche come agg., esitante, timoroso, indeciso: si fermò peritante sull’uscio; si mostrava peritante a pronunciare quella parola.