permettere
perméttere v. tr. [dal lat. permittĕre, comp. di per-1 e mittĕre «lasciar andare», rifatto su mettere] (coniug. come mettere). – 1. Dare il permesso, concedere qualche cosa facendo uso della propria autorità: verrò al cinema se mio padre me lo permetterà; il direttore non permette che usciamo nelle ore d’ufficio; le autorità comunali non hanno permesso che si tenesse la manifestazione; anche con reggenza nominale: l’ufficiale permise ai soldati una sosta di poche ore. Con valore attenuato in formule di cortesia: se (mi) permette, vorrei parlarle; (mi) permette una domanda?, permette una parola?; (mi) permette questo ballo?; permettetemi di presentarmi ...; frequente in questo senso l’uso del part. pass. permesso (v. oltre). 2. estens. a. Con il pron. rifl. in funzione di compl. di termine, permettersi, concedere a sé stesso, essere in grado, spec. economicamente, di fare una data cosa: non posso permettermi di abitare in un appartamento così caro; cambiare macchina è un lusso che adesso non ci possiamo permettere; prendersi la libertà: non si permetterebbe mai di giudicare le scelte degli altri; mi permetto di farle osservare che ciò che lei afferma non è esatto; fare o dire qualcosa che oltrepassi i limiti del buon gusto, della buona creanza, della discrezione, della morale e sim.: si è permesso delle espressioni poco simpatiche sul mio conto; non permetterti mai più di parlarmi in questo modo!; permettersi delle confidenze, delle libertà con una donna; come ti permetti di frugare nel mio cassetto?; anche assol.: come ti permetti?, come vi permettete?; scherz. o iron.: non mi permetterei mai! b. Dare la possibilità, mettere in grado, in condizione di fare qualcosa, di comportarsi in un dato modo e sim.: la debolezza non gli permette di alzarsi dal letto; la sua coscienza non gli permette di fare del male a nessuno; con reggenza nominale, rendere possibile: la strada è così stretta che permette il passaggio a una sola persona alla volta. Anche con il sign. di consentire, rendere possibile: ci rimetteremo in cammino tra un’ora, se il tempo ce lo permetterà (molto com. il costrutto assoluto col gerundio: tempo permettendo); il mare mosso non ci ha permesso di prendere il largo. c. Lasciare che qualcosa accada senza fare opposizione, non impedire: Dio talvolta permette il male nel mondo; e tu permetti che ti si maltratti così?; anche nella locuz., di tono piuttosto enfatico, non poter p. che ...: non posso p. che tu parli con questo tono a tua madre!; non posso p. che tu mi faccia un regalo così costoso! 3. letter. Affidare: dalla casuale declinazione de’ suoi atomi Epicuro permette il mondo alla discrezione del caso (Vico); fantasmi di sembianze eccellentissime e soprumane, ai quali [Giove] permise in grandissima parte il governo e la potestà delle genti: e furono chiamati Giustizia, Virtù, Gloria, Amor patrio e con altri sì fatti nomi (Leopardi). ◆ Part. pres. permettènte, d’uso letter. in costruzioni assolute: Te permettente, i diece eletti andranno Con la donzella a l’onorata impresa (T. Tasso). ◆ Part. pass. permésso, frequente anche con uso aggettivale, di cosa ammessa da usi e consuetudini, oppure da disposizioni o concessioni particolari: un contegno permesso o non permesso, manifestazioni non permesse; in funzione di predicato, è permesso, non è permesso (sottintendendo fare, dire qualche cosa); in partic., è permesso?, e più com., con ellissi del verbo, permesso?, formula di cortesia con cui si chiede ad altri di poter compiere un determinato atto, come, per esempio, entrare in una stanza o in un ufficio, farsi strada fra la gente, prendere un oggetto, ecc. (anche sostantivato, nelle espressioni, senza articolo, chiedere, domandare permesso). In fisica, nell’ambito di teorie quantistiche, stato permesso, livello permesso, di stato o livello che un determinato sistema può assumere.