permutazione
permutazióne s. f. [dal lat. permutatio -onis, der. di permutare «permutare»]. – 1. Nell’uso ant. o letter., il fatto di permutare, d’essere permutato; mutamento di condizione, o anche scambio, permuta. Nell’uso mod., p. tributaria, la trasformazione di un’imposta in un’altra con base diversa o diverso carattere ma di ugual peso, per es. di un’imposta sul reddito in un’imposta sul patrimonio e viceversa, o di un’imposta straordinaria una tantum in un’imposta ordinaria, o di un’imposta ordinaria sul patrimonio in un’imposta successoria, ecc. 2. ant. a. Trasferimento di un bene da un possessore a un altro: Le sue permutazion non hanno triegue (Dante), della Fortuna che provvede al passaggio dei beni terreni dall’uno all’altro. b. Trasferimento di persona da un luogo a un altro: non giustamente esilio, ma p. chiamar dobbiamo quella che, o costretti o volontari, d’una terra in un’altra facciamo (Boccaccio). 3. In matematica, nel calcolo combinatorio, permutazioni di n elementi distinti, i varî ordinamenti dei quali essi sono suscettibili (v. anche disposizione, n. 1 b); con sign. analogo, viene detta permutazione una qualunque corrispondenza biunivoca (v. corrispondenza, n. 1 b) tra un insieme di n elementi e sé stesso: il numero delle permutazioni possibili su un insieme di n elementi è uguale al fattoriale (v.) di n. Una permutazione è detta pari oppure dispari a seconda che sia pari o dispari il numero degli scambî fra coppie di elementi (trasposizioni) che occorre eseguire per ottenerla a partire dall’ordinamento iniziale. 4. In telefonia, collegamento che si effettua sul permutatore delle centrali telefoniche tra due linee facenti capo al permutatore stesso: è generalmente ottenuto mediante una trecciola a due fili saldati alle pagliette delle strisce montate sul permutatore. Con lo stesso termine sono chiamati anche i collegamenti che si effettuano all’interno degli armadî ripartilinee delle reti telefoniche in cavo per collegare tra di loro le linee che a essi fanno capo.