persecuzione
persecuzióne s. f. [dal lat. tardo persecutio -onis, der. di persĕqui «inseguire», part. pass. persecutus]. – 1. a. Complesso di sistematiche azioni di forza intese a stroncare un movimento politico o religioso, a ridurre o addirittura eliminare una minoranza etnica, sociale e sim.: la p. degli Armeni da parte dei Turchi; la p. degli Ebrei durante il regime hitleriano; p. razziali, politiche, religiose; la p. degli zingari; in partic., le p. dei Cristiani, quelle che subirono i Cristiani nei primi secoli del Cristianesimo da parte dello stato romano pagano, a causa del loro rifiuto di partecipare al culto ufficiale delle divinità dell’Impero, dell’imperatore e di Roma; anche assol.: il periodo delle p.; la p. di Diocleziano. b. Più genericam., insieme di atti ostili volti a danneggiare una persona o un gruppo di persone: le opinioni ch’io ho enunciate ... hanno creata una p. contro di me che m’ha chiusa finora ogni via (Mazzini). In psichiatria, delirio di p. (nel linguaggio com. mania di p.), forma di patologia del pensiero caratterizzata da un complesso di idee, più o meno sistematizzate, in base alle quali il soggetto crede fermamente che qualcuno lo perseguiti (per es., spiandolo, facendogli del male, sparlando di lui, ecc.). 2. In senso fig. e iperb., persona, cosa o anche evento, azione e sim. che rappresenta un assillo e una molestia continui; e in genere qualsiasi comportamento che riesca, anche involontariamente, molesto, importuno, vessatorio: essere oggetto delle p. dei creditori; sono continuamente tempestato da lettere di raccomandazione: è proprio una p.!; tutte queste telefonate sono una vera p.; e riferito alla persona stessa: smetti di farmi domande: sei una persecuzione! ◆ Dim. persecuzioncèlla.