personificazione
personificazióne s. f. [der. di personificare]. – 1. In antropologia culturale e nella storia delle religioni, concettualizzazione simbolica degli esseri e degli oggetti percepiti e descritti a imitazione della persona umana, secondo le particolarità di ciascun sistema culturale, al fine di rendere verosimile e accettabile il rapporto tra uomo e natura sia nell’ambito delle concezioni cosmiche sia nelle pratiche rituali di invocazione e preghiera, sia infine nelle forme mitopoietiche e artistiche (poesia, favolistica, scultura, ecc.): la p. divina della montagna, della foresta, ecc.; la p. degli antenati; la p. della Terra, della Giustizia nelle concezioni religiose degli antichi Greci. Più in generale, attribuzione dei caratteri della persona umana in rappresentazioni artistiche e letterarie, come nelle allegorie: la p. delle stagioni nella pittura; la p. dell’amore in poesia. Una forma, spesso inconscia, di personificazione è anche implicita nel linguaggio comune, che in frequenti traslati attribuisce alla cose coscienza e volontà, come quando si dice, per es.: «questa pioggia, oggi, non ha intenzione di smettere». 2. Con sign. concreto: a. Singola rappresentazione che raffigura in forma di persona cose, valori, idee astratte e sim.: la statua è una p. della vittoria. b. In senso iperb., persona che rappresenta o sembra rappresentare in sé il perfetto ideale o la materializzazione di un concetto, di una qualità positiva o negativa, ecc.: essere la p. della virtù, dell’avarizia, della pedanteria.