persuadere
persuadére v. tr. [dal lat. persuadere, comp. di per-1 e suadere «consigliare, convincere»] (io persüado, ecc.; pass. rem. persüaṡi, persuadésti, ecc.; part. pass. persüaṡo). – 1. a. Convincere, indurre una persona a riconoscere la realtà di un fatto, la giustezza, la fondatezza di un dato stato di cose: l’ho persuaso della esattezza delle mie supposizioni; sono sicuro di ciò che dico, e nessuno mi persuaderà del contrario; lo persuasi che aveva torto; anche, indurre qualcuno ad agire in un determinato modo: lo persuasi che si poteva tentare; persuadilo a non fare sciocchezze; mi ha persuasa a partire. Con soggetto di cosa: i tuoi ragionamenti non mi persuadono; la sua indecisione mi persuase a insistere. Nell’uso letter., è costruito talora alla latina con dativo della persona e accusativo della cosa: il doloroso Premio [= castigo] de’ lor vicini arti più miti Persuase a’ Laconi (Foscolo). b. Ottenere il consenso, l’approvazione, spec. di un uditorio: l’esecuzione ha persuaso anche il pubblico più esigente. In frasi negative, non piacere, non ottenere consenso, o anche non andare a genio, non ispirare fiducia: la sua proposta non ha persuaso nessuno; quel tipo ha un modo di fare che non mi persuade; la sua faccia non mi persuade affatto. 2. rifl. Acquistare certezza, convincersi: mi persuado sempre più della sua buona fede; alla fine si persuasero a scappare; si persuase di aver sbagliato; analogam. in alcune locuz. formate con il part. pass. persuaso (v.). Nel linguaggio fam., non sapersi p., non riuscire a persuadersi di qualcosa, con riferimento a fatti tanto spiacevoli o inaspettati da non poter credere che siano realmente avvenuti: non riesce ancora a persuadersi della fortuna che gli è capitata. ◆ Part. pres. persuadènte, raro come agg.: ragioni, dimostrazioni persuadenti (più com. persuasive). ◆ Part. pass. persüaṡo, anche come agg. (v. la voce).