peso2
péso2 s. m. [lat. pē(n)sum: v. penso]. – 1. a. In fisica, la forza (forza peso) che agisce su qualsiasi corpo di massa non nulla posto in un campo gravitazionale; sulla superficie terrestre il peso è la risultante della forza gravitazionale e della forza centrifuga dovuta alla rotazione della Terra: ne deriva che varia leggermente in funzione della latitudine e dell’altitudine; definita anche come la forza che si deve equilibrare perché il corpo risulti in quiete rispetto alla Terra, è misurata, mediante dinamometri oppure bilance, in chilogrammi-peso (kgp), in newton, in grammi-peso (gp), in dine, a seconda del sistema di misura prescelto. In partic., p. specifico, con riferimento a una sostanza, il peso dell’unità di volume della sostanza: espresso nelle unità standard di peso e di volume, sia pure riferito al livello del mare, viene talvolta chiamato assoluto, in contrapp. al p. specifico relativo, che è il rapporto del peso specifico della sostanza in esame con quello di una sostanza di riferimento (in genere l’acqua distillata alla temperatura di 4 °C e alla pressione di 1 atm). b. In chimica, il termine è tradizionalmente usato, nelle espressioni che seguono, riguardanti atomi e molecole, in luogo di massa, che è il termine più proprio ed è quello usato, per le stesse grandezze, in fisica (comunque, il valore numerico non cambierebbe se invece di peso si parlasse di massa): p. atomico (relativo) di un elemento, il rapporto tra la massa di un atomo dell’elemento considerato e una massa di riferimento, in un primo tempo quella dell’atomo dell’idrogeno, poi la sedicesima parte di quella dell’atomo di ossigeno, e, attualmente, la dodicesima parte di quella dell’atomo di carbonio più comune, cioè l’isotopo 12; p. molecolare (relativo) di un elemento o di un composto, il numero che indica quante volte una molecola dell’elemento o del composto considerato pesa più della dodicesima parte di un atomo dell’isotopo 12 del carbonio. P. equivalente (o di combinazione), la quantità, di un elemento o di un composto, che può combinarsi o sostituirsi a un atomo di idrogeno, ovvero che corrisponde a un elettrone: per gli elementi è pari al rapporto fra peso atomico e valenza; per gli acidi e le basi è pari al rapporto fra peso molecolare e basicità o acidità; per i sali è pari al rapporto fra peso molecolare e numero complessivo delle cariche dei cationi (o degli anioni); per gli ossidanti e i riducenti è pari al rapporto fra peso molecolare e numero degli elettroni acquistati o ceduti da una molecola nella specifica reazione di ossidoriduzione. P. formula (relativo) di un composto è il numero che si ottiene sommando i pesi atomici di tutti gli atomi che compaiono nella sua formula (è da notare che, per quanto riguarda molti composti, per es. i solidi cristallini a reticolo ionico, è più corretto parlare di peso formula anziché di peso molecolare, in quanto per essi il concetto di molecola ha poco significato). In chimica analitica: portare a p. costante (dove il termine ha il sign. generico di «misura del peso»), mantenere una sostanza a una data temperatura fino a che non si hanno più variazioni di peso, cioè fino a completamento della trasformazione (eliminazione di umidità, calcinazione, ecc.) che avviene a quella temperatura; p. secco è il peso di una sostanza dopo eliminazione (per riscaldamento o con altri mezzi) dell’acqua che essa contiene. Nel caso di rocce, di materiali non omogenei o incoerenti, è detto p. specifico apparente, o p. di volume, il peso dell’unità di volume della roccia o del materiale perfettamente asciutti, usualmente espresso in gp/cm3, peso che può risultare, per la presenza di vuoti, inferiore al p. specifico reale, riferito al materiale ridotto in polvere e, quindi, senza vuoti. 2. a. Nell’uso com., con sign. analogo a quello di carico (v. carico2, nel sign. 2 a), la forza di gravità stessa, e anche, concretamente, il corpo o l’insieme di corpi che di questa forza sono sede: il p. delle strutture portanti e portate, nella scienza delle costruzioni; il p. dell’arco grava sui due pilastri; il tetto è crollato sotto il p. della neve; sulla barca c’è troppo p.; bisogna alleggerire, equilibrare, ridistribuire il p.; non puoi pretendere che porti io tutto il p., devi prenderne una parte anche tu. P. del ventre, ant. o letter., e oggi per lo più scherz., il contenuto dell’intestino, gli escrementi: richiedendo il naturale uso di dovere diporre il superfluo p. del ventre, dove ciò si facesse domandò (Boccaccio). P. morto, nell’uso com., corpo di animale macellato che, per la sua immobilità, sembra essere più pesante a chi lo porta; in senso fig., ciò che si dimostra superfluo e inadeguato allo scopo, o anche persona priva di volontà e di iniziativa che riesce di impedimento agli altri (per il sign. nel linguaggio marin., v. oltre). b. Misura del peso, verificata o verificabile con la bilancia o con altro mezzo: controllare il p. della merce; comperare, vendere a peso, pesando la merce (in contrapp. a vendere a numero, a dozzine, ecc.); vendere a p. d’oro, a un prezzo molto alto, e per lo più non proporzionato all’intrinseco valore della cosa; tre chili di peso, esatti, verificati alla bilancia (nell’uso comune non si fa distinzione tra chilo o chilogrammo e chilogrammo-peso); moneta di peso, che ha il peso esatto; prendere, alzare, trasportare di peso, sollevando completamente dal suolo. Con partic. riferimento alla persona, p. corporeo (o assol. peso), come dato di fondamentale importanza dal punto di vista fisiologico e patologico: è bene controllare spesso il proprio p.; il suo p. è di 50 kg; essere giù di p., essere sotto p.; calare, aumentare di p.; annotare il p. del neonato prima e dopo la poppata; di basso p., detto di neonati inferiori a 2500 g; peso-forma, quello di un atleta che sia al meglio della sua forma fisica; p. ideale, il peso corporeo considerato ottimale per una persona in base a determinati parametri, adottato come punto di riferimento nei calcoli dei fabbisogni calorici per la preparazione delle diete. Nella pratica commerciale: p. lordo, il peso della merce comprensivo del peso dell’imballaggio; p. netto, il peso della sola merce o anche il peso lordo diminuito della tara calcolabile in vario modo (v. tara); p. d’origine (o all’origine), il peso della merce nel luogo o magazzino del venditore e all’epoca della spedizione al compratore. In marina, p. morto, la portata lorda della nave costituita dal peso del carico, dei passeggeri, dell’equipaggio e delle dotazioni e provviste che la nave può trasportare in sicurezza e galleggiando; in aeronautica, p. a vuoto (o p. morto) di un aeromobile, il peso complessivo delle strutture, dei gruppi motopropulsori, dei serbatoi, dell’arredamento e delle installazioni varie, definite di volta in volta a seconda della natura e degli scopi dell’aeromobile. Per il rapporto peso-potenza, con riferimento ad autoveicoli, v. potenza, n. 5. c. Atto, operazione del pesare (in espressioni in cui la parola è sentita, come nel sign. successivo, un deverbale tratto da pesare): diritto di p. pubblico, il tributo che possono riscuotere i comuni in base alla quantità di merce pesata nei luoghi pubblici di pesatura; strumenti di p., che servono a pesare; nello sport, recinto del p., l’ambiente degli ippodromi in cui si pesano i fantini prima e dopo la gara, detto anche, con termine fr., pesage. Sempre con riferimento all’atto del pesare, ma anche al risultato di esso, nel linguaggio com. fare, dare buon p., di commerciante che, nel pesare la merce, abbonda a vantaggio del cliente; analogam., p. abbondante, p. scarso; un chilo buon p., un chilo abbondante. d. Luogo dove si fa la pesatura (lo stesso che pesa): p. pubblico. 3. Con usi estens. e fig.: a. Sensazione di pesantezza, di oppressione: avere, sentire un p. sullo stomaco, per aver mangiato cibi di difficile digestione; anche in senso traslato, togliersi un p., un bel p. dallo stomaco, liberarsi da una preoccupazione, da un problema angosciante. b. Onere, compito gravoso e difficile: è un p. superiore alle mie forze; in partic., nel diritto privato, p. ereditarî, gli oneri che sorgono come effetto necessario dell’apertura della successione. Anche, condizione, situazione, evento che grava su una persona causandole preoccupazioni, disagio, tormento, o implicando serie responsabilità: sentire il p. della vita, degli anni, del lavoro; sostiene da solo tutto il p. della famiglia; cinque figli a carico sono un bel p.; mi hai levato un p. di dosso, mi hai liberato di un grave p.; avere un p. sulla coscienza, per essersi macchiato di una colpa. c. Fastidio, impiccio, noia: fannullone com’è, per la famiglia è soltanto un p.; non voglio essere di p. a nessuno. d. letter. Oppressione civile, o politica: Alte terrà lungo tempo le fronti, Tenendo l’altra [l’altra fazione, dei Bianchi] sotto gravi pesi (Dante). e. Importanza, valore, autorità: argomenti di qualche p.; circostanze di gran p.; la sua opinione ha molto p. nelle deliberazioni del Consiglio; mi rendo conto del p. di questa tua decisione; sono fatti di grande p. storico, politico; non bisogna dare p. alle chiacchiere; lo studente di letteratura non ha afferrato bene questo concetto, ma non vi ha dato troppo p. per non doversi sforzare a capire cose che non gli interessano (Gianni Celati); dare il giusto p. alle cose, valutarle secondo la loro effettiva importanza. f. letter., non com. Grado, condizione sociale: un giovinetto di non maggior p. di lei (Boccaccio). 4. Con valore concr.: a. Genericam., cosa che abbia peso (in senso proprio, che cioè pesa, in quanto ha corpo, ossia è fatto di materia): ’l punto Al qual si traggon d’ogne parte i pesi (Dante), il centro della Terra, ch’era considerato centro della gravitazione universale. b. In partic., oggetto che agisca in forza del suo peso (per es., ciascuno dei pezzi di piombo che si cuciono nell’orlo di una veste o di una tenda, perché resti opportunamente distesa). Nei teatri, massa più o meno grave di legno, o formata da un sacchetto di terra o di piombo, che si attacca alle corde libere del palcoscenico in modo che si possano calare agevolmente dalla soffitta. In alcuni orologi (orologi a peso), la massa materiale che, per la forza di gravità, agisce come organo motore. Con sign. meno preciso, oggetto o pezzo di materiale dotato di una notevole pesantezza: legheremo un p. all’estremità della corda. c. Massa di metallo di peso controllato (p. campione), che serve a pesare; p. graduati, serie di pesi campione in dotazione a una singola bilancia, che costituiscono la pesiera. P. monetario, campione ponderale che un tempo era usato dai cambiatori per verificare il peso legale delle monete: era di forme varie (rotondo, quadrato, esagonale), e aveva spessore maggiore e minor diametro della moneta per la quale serviva, di cui portava il tipo principale, il nome e talora l’indicazione del peso. Pesi e misure: in passato, il complesso delle unità di misura e dei campioni di queste, sia per le necessità del commercio sia per usi tecnici e scientifici, attualmente il complesso delle unità e dei campioni di misura per usi mercantili; in senso fig., avere, adottare, usare due p. e due m., essere ingiusto, parziale nel proprio giudizio, adoperare criterî diversi a seconda dell’oggetto o delle persone ai quali si applicano. 5. Nel linguaggio sport.: a. Attrezzo metallico (di ferro pieno o ottone, oppure costituito da un involucro di uno di questi metalli riempito con piombo o altro materiale; nelle gare al coperto, in alternativa, può essere costituito da un involucro di plastica o gomma riempito con materiale morbido, adatto a non arrecare danno, nella caduta, al pavimento di una normale palestra sportiva), di forma sferica, usato nelle gare maschili e femminili di getto (o lancio) del peso: l’atleta esegue il lancio da una pedana circolare del diametro di 2,135 m, usando una sola mano portata all’altezza della spalla, ma non dietro di essa. b. Nella lotta, nel pugilato e nella pesistica, il termine, accompagnato da varî attributi, indica ognuna delle categorie in cui sono divisi gli atleti, secondo il loro peso corporeo: p. mosca, p. gallo, p. piuma, p. leggero, p. medio, p. massimo, ecc.; queste denominazioni sono tuttora in uso per il pugilato, mentre per le altre due discipline sportive si preferisce oggi indicare soltanto il corrispondente limite di peso. 6. In statistica, denominazione dei coefficienti che si attribuiscono ai singoli termini di una serie di dati numerici o di misure in relazione alla loro importanza o frequenza. ◆ Dim. pesétto, pesino, pesùccio, soprattutto in alcuni dei sign. concreti; accr. pesóne.