pezzo
pèzzo s. m. [der. (o, più propriam., variante masch.) di pezza]. – 1. a. Quantità, più o meno piccola, di un determinato materiale, quando si presenti nella sua unità e compattezza: un p. di legno, di ferro, di marmo, di vetro (fig., di persona, essere un p. di legno, essere rigido, privo di agilità e di mobilità; essere un p. di marmo, di ghiaccio, insensibile, privo di calore umano); un p. di stoffa, di cartone; un p. di carta (anche in senso fig., per indicare, in tono spreg. o limitativo, un titolo di studio, perché giudicato privo di valore effettivo, che non garantisce a chi lo consegue né una professionalità né un posto di lavoro, oppure un contratto, un trattato o altro documento in quanto siano ritenuti di valore puramente formale e non sufficienti a garantire il rispetto degli impegni assunti: per frasi storiche relative a quest’ultimo sign., v. trattato); un p. di pane, espressione presente con valore enfatico, in varî usi fig. (v. pane1, n. 1 c). b. Parte di una materia o sostanza solida, risultante da una suddivisione, per taglio, rottura, frantumazione, dell’intero: un p. di roccia s’è staccato dalla montagna; è caduto un p. dell’intonaco; s’è mangiato un bel p. di torta, di formaggio. Locuzioni: andare, mandare in pezzi, in frantumi; fare in due, tre, quattro, ... mille pezzi, tagliare o spezzare in modo da ridurre in più parti, o in frammenti; e in usi fig.: fare ridurre qualcuno a pezzi, distruggerlo, ucciderlo (o anche recargli grave danno morale, denigrarlo); cascare, cadere a pezzi, di strutture fatiscenti, in stato di abbandono, che vanno in rovina: antichi palazzi che ormai cadono a pezzi; di persona, cadere, essere, sentirsi a pezzi, sentirsi estremamente stanco, affaticato; come locuz. avv., a pezzi e (a) bocconi, un po’ alla volta, saltuariamente, o con frequenti interruzioni, svogliatamente: fare un lavoro, pagare, mangiare a pezzi e a bocconi. 2. a. Ciascuna delle parti che costituiscono un tutto: smontare un congegno, una macchina pezzo per pezzo; i p. di ricambio di un motore; rimontare i p. di un armadio; un p. pronto per il montaggio; hanno un magazzino di vecchie componenti, come i garagisti che rimettono in sesto le automobili d’epoca, usando i p. buoni di quelle inviate allo sfasciacarrozze (U. Eco); p. anatomico, nel linguaggio medico, v. anatomico. E per indicare che un oggetto è formato di un solo elemento: attrezzo, meccanismo fatto d’un p., d’un solo p.; in senso fig., con riferimento a persona: stare, camminare d’un p., tutto d’un p., in modo rigido, sostenuto, impettito; uomo tutto d’un p., che rifiuta compromessi, moralmente inflessibile, incorruttibile. b. Ciascuna parte di un capo di abbigliamento che si compone di più elementi: un completo femminile a due p., formato di gonna e giacca o maglione o camicetta; costume da bagno in due p. (o, più com., un due pezzi), formato di due parti, mutandine e reggiseno; il p. inferiore del bikini. c. Elemento, oggetto che fa parte di una serie, di una moltitudine d’altri oggetti simili: è un prodotto che viene venduto a 3 euro al p.; torrone da 5 euro al p.; un servizio di piatti da 39 pezzi; i p. di una collezione, gli oggetti che vi sono raccolti; un p. da 2, da 50 euro, una moneta, una banconota di tale valore; anche nella numismatica, come denominazione generica di monete, alla quale segue l’indicazione di valore: un p. da 20 franchi, da 8 gulden, da 10 scudi, ecc. Nel linguaggio tecn., p. campione (detto anche sagoma), il pezzo che, nelle macchine a copiare, riproduce esattamente, nella forma e nelle dimensioni, l’oggetto da fabbricare. d. Nel linguaggio milit., nome generico di una bocca di fuoco (cannone, obice o mortaio) completa di affusto e di strumentazione accessoria per il tiro e per il traino, e anche nome della relativa squadra di servizio: un p. d’artiglieria; una batteria da tre, da sei p.; pezzo-base, quello con il quale vengono compiute le operazioni di aggiustamento del tiro, i cui risultati sono utilizzati nel tiro d’efficacia dell’intera batteria. Nella marina militare, qualunque cannone di cui una nave è armata. Per capo pezzo, v. capopezzo. Per l’uso fig. di pezzo da novanta, v. novanta. e. In araldica, ciascuna parte delle figure di cui si conta il numero nel blasonarle (per es., i fusi, le losanghe e gli scacchi del fusato, del losangato e dello scaccato, ecc.). f. In varî giochi da tavola, ciascuno dei tasselli, di materiali e forme diverse, con i quali si sviluppa il gioco; così, per es., nella dama (più propriam. pedine), nel domino, ecc.; nel gioco degli scacchi, è termine generico che comprende il re, la donna, le due torri, i due alfieri, i due cavalli, gli otto pedoni di cui dispone ognuno dei due giocatori all’inizio della partita (in partic., esclusi il re e i pedoni, si dicono p. minori i cavalli e gli alfieri, p. maggiori le torri e la donna). g. Elemento qualsiasi, anche singolo, non facente parte di una serie, ma determinato da un agg. o complemento che lo qualifica: p. raro, oggetto raro e prezioso; p. da museo, oggetto di particolare interesse artistico, antiquario, scientifico, degno di stare in un museo (e, scherz., di oggetto tanto vecchio e malandato da non poter essere più usato: la mia automobile ormai è un p. da museo; talora anche riferito, in tono più o meno irrispettoso, a persona); p. forte, v. forte1, n. 3 c (per un altro sign. della locuz., v. oltre al n. 3 b); quasi disus., p. duro, gelato solido, compatto, simile alla cassata. Con riferimento a persona, in determinate espressioni, ne qualifica l’aspetto, o l’importanza: un p. d’uomo, un uomo grande e grosso; un bel p. di ragazza, di giovanotto, ben fatti, robusti; un p. grosso, una persona influente, che ricopre cariche di rilievo. Ma fa parte anche di espressioni d’insulto o di disprezzo: p. d’asino, p. d’imbecille, p. d’ignorante; volg. p. di merda! 3. In usi estens. e fig.: a. Tratto, parte limitata di una superficie, di un luogo: si vedeva un p. di cielo azzurro dalla finestra; un p. del giardino rimaneva sempre in ombra; un p. di terreno coltivato a girasoli; litigare per la proprietà di un piccolo p. di terra; abbiamo fatto un p. di strada insieme; in partic., un bel p., un buon p., un lungo tratto: ho dovuto fare un bel p. di cammino a piedi; se prendi l’autobus puoi risparmiarti un buon p. di strada sotto il sole; per un buon p. la costa sale con un pendio lento e continuo (Manzoni). b. Passo, brano di un’opera in poesia o in prosa, di un lavoro teatrale, di una composizione musicale, di un’opera lirica, e sim.: recitare un p. dell’Orlando Furioso; cantare un p. d’opera; il p. migliore del balletto è il finale; p. forte, l’opera o la parte di un’opera (teatrale o musicale) in cui un attore o un cantante esprime meglio le sue capacità; p. di bravura, composizione letteraria, artistica e musicale, o anche altra esibizione nella quale l’autore o l’interprete o l’esecutore riesce meglio a ostentare le proprie capacità e abilità. c. Nel linguaggio giornalistico, articolo di quotidiano (meno spesso, di un periodico): fare, scrivere un p.; preparare un p. di attualità, di cronaca nera. d. Con riguardo alla durata, un p., un bel p., un periodo di tempo che si considera abbastanza (o anche troppo) lungo: è partito da un p.; da un p. in qua, da un p. a questa parte; è un bel p. che aspetto; rientrammo in casa un p. dopo il tramonto. ◆ Dim. pezzétto, pezzettino, ant. o poco com. pezzuòlo; tra dim. e accr. pezzòtto (v.); accr. pezzóne (v.); pegg. pezzàccio (anche fig.: due povere donne non potevano aver l’obbligo di mantenere un fannullone, un pezzaccio da galera, Pirandello). V. anche pezzullo.