piano. Finestra di approfondimento
Aggettivi usati come avverbi - Molti agg. possono essere usati anche come avv., soprattutto nel registro fam.: chiaro (vederci chiaro, anziché chiaramente), duro (lavorare duro, anziché duramente), netto (dire netto, anziché nettamente). Talora, l’agg. è l’unica forma possibile, in espressioni cristallizzate: abitare vicino, andare liscio, mirare alto, picchiare sodo, ridere amaro, ecc. P. e forte sono tra gli agg. che più frequentemente vengono impiegati con valore avverbiale, in esempi come parlare forte, camminare piano e sim.
Velocità - Gli avv. p. e forte vengono usati soprattutto in relazione alla velocità e all’intensità del suono. Nel primo sign., i sinon. di p. e di forte sono di solito più formali (lentamente come sinon. di p. e frettolosamente, rapidamente, speditamente, velocemente come sinon. di forte: si mise a sorbir lentamente il vino [A. Manzoni]; udii fuori un romore come di persona, la quale nuotasse rapidamente [C. Boito]), anche gli agg. usati come avv.: adagio sinon. di p.,veloce sinon. di forte (mangia adagio, altrimenti ti senti male; guidi troppo veloce). Più fam. e circoscritto è invece svelto, adatto più per movimenti del corpo che per spostamenti: si muoveva svelto perché era in ritardo. D’ambito più colloquiale sono alla svelta e di corsa, come sinon. di forte, che però non s’adattano a tutti i contesti, bensì più ad azioni esprimenti un moto fig. che a veri e propri movimenti: ho riordinato tutta la casa alla svelta alluderà alla superficialità dell’intervento più che alla velocità dell’operazione; analogam. ho letto di corsa il tuo ultimo saggio. E infatti, in nessuno di questi esempi è possibile usare forte come sinon. e p. come contrario. Più in generale, p. e forte in questo primo sign. hanno di solito uso limitato ai verbi di movimento, differentemente dai loro sinon.: bisogna pensare rapidamente (o velocemente, ma non forte) a una soluzione; lesse lentamente (o adagio) la lettera (piano farebbe pensare al volume della voce durante la lettura). Frettolosamente e di fretta possono talora sostituire forte, esprimendo in più il senso di certa ansia o premura o, viceversa, di superficialità o ritrosia. I due avv. non sono neppure perfettamente sinon. tra loro, come mostrano i primi due esempi seguenti, in cui non sono intercambiabili: l’hanno chiamato di fretta al tribunale per una causa importantissima (F. De Roberto: sinon. di corsa); ci salutò frettolosamente (sinon. sbrigativamente); i libri composti, come sono quasi tutti i moderni, frettolosamente, e rimoti da qualunque perfezione [...] non possono mancar di perire in breve (G. Leopardi: sinon. senza cura,superficialmente). Per esprimere il grado intenso, nell’uso fam. si preferisce la ripetizione dei termini piuttosto che il superl.: la tartaruga cammina p. p.; quando la vedo il cuore mi batte forte forte. Altro es. di ripetizione è l’espressione fam. lemme lemme, sinon. di p. p.: dalla Maddalena scendeva lemme lemme il notaro (G. Verga).
Volume - P. e forte esprimono anche un basso o un alto grado di intensità sonora. Tra i sinon. di p., mentre sommessamente, ancorché più formale, è adatto a tutti gli usi, sottovoce si riferisce soltanto alla voce umana e non ad altri suoni (se non in determinati contesti fig.): venne a bussar sommessamente all’uscio dello studio (A. Fogazzaro); mi chiamò sottovoce (C. Goldoni). In quest’ambito, la frequenza d’uso dei due avv. ne ha creato una specializzazione semantica nel lessico della musica, dove p. e forte (con gli alterati pianissimo,fortissimo e mezzo forte) sono tra le più com. indicazioni d’intensità presenti nelle partiture, e possibili nella lingua orale e scritta anche con uso sostantivato: i violini non rispettano il piano.
Ambiguità e particolarità di piano e forte - Data la polisemia degli avv. p. e forte, talora possono nascere delle ambiguità. Parla più p., per es., può essere inteso sia come «parla a voce più bassa», sia come «parla più lentamente». Andare forte può significare sia «correre» (Mario va forte con la macchina) sia «avere successo» (Gianni va forte in matematica). Tra i numerosi sinon. di p. e forte, abbiamo tralasciato pianamente e fortemente, che sono d’uso raro, formale e circoscritto. Con pianamente si intende, per lo più, «in modo semplice e chiaro»: espose pianamente il suo progetto. L’uso di p. non è ammesso in questo significato. Fortemente è abbastanza usato come sinon. dei più com. assai,estremamente,molto e sim.: la sua reazione mi colpì fortemente; volle fortemente che andassi con lei. In questi casi forte, benché talora possibile, è assai raro, perché molto colloquiale: ieri sera ho straviziato forte. P. e forte non sono sempre l’uno il contr. dell’altro. Quando p. indica «con cautela, con attenzione e sim.» ha altri contr.: vacci piano con gli insulti!; piano coi progetti, debbo ancora laurearmi! In questi casi un contr. fam. potrebbe essere darci dentro: dacci dentro con lo studio, se vuoi laurearti entro l’anno. Quando forte, o fortemente, indicano «molto» non possono contrapporsi a p., bensì a poco, o ai più formali moderatamente,parcamente: sudare forte. E lo stesso valga per l’espressione andare forte, che, nel senso di «avere successo» si contrappone ad andare male, ma non ad andare piano. Complessivamente, p. ha esteso il suo sign. dalla scarsa velocità alla gradualità dell’azione, come nell’espressione p. p. (= gradualmente), in questo caso non contrapponibile a forte forte (vedrai che p. p. tutto si sistema), mentre forte si è sviluppato nella direzione dell’intensità, dell’energia di un'azione, difficilmente contrapponibile a p. in questo sign.: reggi forte il capo della corda, altrimenti cado. Più in generale, poi, anche nei casi in cui p. e forte sono contr., talora la contrapposizione va modulata con espressioni particolari e non funziona in tutti i casi. Il contr. dell’espressione fare p. («non fare troppo rumore») non può essere fare forte, ma, semmai, parlare forte, che tuttavia è limitato al volume della voce e non ad altri rumori: fate piano con questa musica!