pianoforte
pianofòrte (region. raro pianfòrte) s. m. [comp. di piano1 e forte1]. – 1. a. Strumento musicale a corde, nato negli ultimissimi anni del sec. 17° dalla fusione del clavicembalo col clavicordo, per opera del liutaio padovano Bartolomeo Cristofori, e denominato originariamente gravicembalo col piano e col forte; è costituito essenzialmente da una serie di corde metalliche disposte entro una cassa di risonanza di legno, che vengono percosse e fatte vibrare da martelletti azionati premendo o battendo con le dita sopra una tastiera di 85-88 tasti bianchi e neri, con più o meno forza (forte o piano, donde il nome): p. a coda, a struttura estesa orizzontalmente e con le corde disposte anch’esse su un piano orizzontale; p. a mezza coda, di dimensioni più ridotte; p. verticale, di costruzione posteriore, con cassa verticale e le corde disposte anch’esse verticalmente; maestro, professore di p.; andare a lezione di p.; accordare il p.; suonare, strimpellare il p.; sedere al p.; concerto per p. e orchestra; cantare con l’accompagnamento del pianoforte. b. P. meccanico o automatico, congegno meccanico per l’esecuzione di musiche pianistiche, sul tipo della pianola (v.). c. P. preparato, in genere, pianoforte in cui si è intervenuti al fine di modificarne la sonorità e, in parte, l’altezza stessa dei suoni, per es. interponendo tra le corde oggetti di vario materiale; tale trattamento fu attuato per primo dal compositore statunitense John Cage (1912-1992): sonata per p. preparato. 2. Per estens., nel linguaggio della marina milit., l’insieme dei comandi a mano delle manovre dell’aria compressa e dell’acqua sui sommergibili. ◆ Dim. pianofortino; spreg. pianofortùccio; pegg. pianofortàccio. TAV.