piccolo1
pìccolo1 agg. [da una radice onomatopeica *pikk- da cui anche picca1 e altre voci con picc- iniziale]. – 1. In genere, inferiore alla misura ordinaria, in senso proprio o figurato. a. Con riguardo alle dimensioni, alla grandezza: una casa p., un p. giardino; un p. tavolo; un p. quadro; un p. libro, o un libro p.; una p. automobile; mani p., piedi p.; un paio di scarpe troppo piccole per lui; spesso in contrapp. (esplicita o implicita) a grande: metti la tovaglia p.; prenderò la valigia p.; una porzione p., di vivande, in trattoria; nel definire il formato di un libro: in quarto p., in ottavo p. (opposto a in quarto grande, in ottavo grande). Riferito a persona (per lo più posposto), può indicarne l’altezza, la statura: un uomo p.; una donna p. ma ben proporzionata; talvolta anche raddoppiato: una donna piccola piccola (e fig., farsi piccolo piccolo, cercare di non farsi notare tra altri, di passare inosservato); precisando: essere p. di statura, p. di persona; oppure può indicare l’età: ha due figli p., ancora p.; sei p., non puoi capire queste cose; è troppo p. per andare ai giardini da solo; le piccole Italiane, nel periodo del regime fascista, nome dato all’organizzazione femminile corrispondente a quella maschile dei balilla. Analogam., di animali: un cane p., di piccola statura, oppure un cucciolo. b. Rispetto alla durata (sinon. di breve e contrapp. a lungo): fare una p. pausa; tenere un p. discorso; fare una p. passeggiata, un p. viaggio (dove all’idea della durata si accompagna l’idea dell’estensione nello spazio). c. Rispetto alla quantità: solo una p. parte dei presenti ha votato la mozione; raccogliere un p. numero di adesioni; ne ho ricavato un p. guadagno. Si riferisce invece alla posizione nella successione dei numeri l’espressione fare le ore p., o sim. (per cui v. ora2, n. 1 b). d. Con riferimento alla forza, all’intensità, all’importanza, alle conseguenze e sim.: s’udì un p. tonfo; è stato svegliato da un p. rumore; provare un p. spavento, un p. rimorso; mi ha dato un p. dispiacere; ho un p. dubbio; procedere a p. velocità (e spedizioni a p. velocità, nei trasporti ferroviarî); sento un p. bruciore alla gola; si scoraggia di fronte al più p. ostacolo; mi sono trovata in un p. guaio, ecc. P. male, nome pop. di una varietà clinica di epilessia, consistente in improvvise e fugaci perdite di coscienza, senza manifestazioni convulsive. Talvolta col sign. di modesto: offriremo un p. rinfresco agli invitati; ti ho preparato un p. dono per il tuo compleanno; da questo lavoro ho avuto solo delle p. soddisfazioni; ha trovato finalmente un p. impiego; una mattina fu convocato nell’ufficio di un p. burocrate (Melania Mazzucco). e. In locuz. particolari: navi, navigazione di p. cabotaggio (v. cabotaggio); p. pubblicità, quella che nei giornali quotidiani comprende gli annunci economici, raggruppati per categorie e formulati in stile telegrafico; p. cronaca, rubrica del giornale quotidiano riservata a notizie secondarie di cronaca cittadina (conferenze, inaugurazioni, manifestazioni culturali, e sim.). Con più marcata contrapp. a grande: la p. industria, il p. commercio, la p. proprietà, una p. impresa (e i p. industriali, i p. commercianti, i p. proprietarî, un p. imprenditore); il p. risparmio (e i p. risparmiatori); la p. borghesia (v. borghesia); p.-borghese (v. piccoloborghese); p. schermo, quello del televisore, e per estens. la televisione stessa, in contrapp. al cinematografo. In altri casi è in contrapp. a grosso; così, per es., nelle espressioni vettura di p. cilindrata, o biglietti di banca di p. taglio (dove taglio indica non tanto la dimensione quanto piuttosto il valore della moneta). P. padre, traduz. approssimativa del russo batjuška, appellativo di affettuosa riverenza con cui nella Russia del passato il popolo usava rivolgersi ai religiosi, e anche allo zar (è soprattutto con quest’ultimo uso che la traduzione si è diffusa in Italia attraverso le versioni di opere narrative del primo Novecento). f. Raro nel sign. di misero, meschino, gretto, con riferimento a qualità intellettuali o morali, o al modo di pensare, di agire: un uomo di p. ingegno, di p. mente; è di idee molto p.; p. pettegolezzi, p. insinuazioni, bassi e meschini. g. In unione con nomi proprî di persona o geografici, indica solitamente persona o luogo che in misura o in proporzioni ridotte ricordano le caratteristiche di altri: è un p. Leonardo, è un p. Einstein, espressioni spesso scherz.; i molti canali che l’attraversano rendono la città simile a una p. Venezia. In altri casi, invece, ha valore variamente distintivo: il Piccolo San Bernardo, valico delle Alpi occid. che mette in comunicazione la Val d’Aosta con la Valle dell’Isère (Francia); Piccola Russia, l’Ucraina; Piccola Europa, nella pubblicistica politica, l’insieme dei sei paesi originariamente costituenti il MEC (e cioè Italia, Francia, Germania Occidentale, Belgio, Olanda e Lussemburgo); Piccola Italia, traduz. poco com. dell’ingl. Little Italy, con cui in alcune città statunitensi si designano i quartieri abitati prevalentemente da persone di origine italiana. 2. Con uso sost. (f. -a): a. Bambino, e nel femm. bambina, per lo più in designazioni generiche (e in contrapp. a grande): uno spettacolo divertente per piccoli e grandi; non voglio che i p. vadano a letto così tardi; la più p. si è presa il morbillo dal fratello maggiore; teatro, teatrino dei p., destinati a spettacoli (di fiabe, o di marionette) per bambini; Corriere, Corrierino dei Piccoli, titoli di periodici destinati ai bambini; frequente come appellativo: perché piangi, piccolo?; vieni qui, povero piccolo; talora in tono tutt’altro che affettuoso: sta attenta a come parli, piccola! Anche per indicare i cuccioli di animali: la gatta stava allattando i suoi piccoli. b. Nella marina mercantile, p. di camera, p. di cucina, qualifiche iniziali degli addetti ai servizî logistici aventi almeno 15 anni di età (equivalenti a mozzo del personale di coperta). c. Persona di bassa statura: non tutti i p. hanno dei complessi a causa della loro altezza. d. Come locuz. avv., da piccolo (o da piccola), da bambino (o da bambina): da p. era bruttino; lo hanno abituato fin da p. a essere indipendente. In piccolo, in proporzioni ridotte: riprodurre un disegno in p. (o più in p.); il plastico riproduce perfettamente, in p., la topografia dell’antica Roma; con altro uso e sign., nel mio, tuo, suo p., nell’ambito delle mie, tue, sue possibilità, nei modesti limiti consentiti: nel mio p. ho fatto di tutto per aiutarlo; nel suo p. è molto ospitale. Nel linguaggio scient., considerare un ente o un fenomeno in piccolo significa considerarne proprietà e aspetti locali, che non è detto si mantengano se si considerano aspetti generali, cioè in grande, con cui la locuz. è in contrapposizione. ◆ Il compar. e il superl., oltre alle forme regolari più piccolo, piccolissimo, hanno anche le forme organiche minore, minimo, di origine latina. ◆ Dim. piccolino, piccolétto (sostantivato, un piccoletto, quel piccoletto, per indicare persona bassa di statura), meno com. piccolettino; tra dim. e accr. piccolòtto (di persona bassa e tarchiata).