piegare
v. tr. [lat. plicare (affine al gr. πλέκω «intrecciare, tessere»)] (io piègo, tu pièghi, ecc.). – 1. a. Agire su un oggetto, su un corpo di forma piana o rettilinea, in modo che assuma forma diversa: p. un filo di ferro; p. un tubo; p. una lamiera. Meno genericam., far ruotare una parte di tale oggetto in modo che formi con l’altra parte un angolo: p. un ferro ad angolo retto; p. le braccia, le gambe, disporle in modo da formare un angolo (si contrappone, in questo sign., a stendere). b. Sovrapporre, far combaciare due o più parti di uno stesso oggetto: p. un fazzoletto, un lenzuolo, un tovagliolo; stirare e p. una camicia; p. un foglio in due, in quattro, in otto; piegò la lettera e la mise nella busta. c. Inclinare, abbassare: il vento piega le cime degli alberi; un rio, Che ’nver’ sinistra con sue picciole onde Piegava l’erba (Dante); p. la testa, p. il collo, chinarli (e, fig., cedere, sottomettersi); per estens., p. la schiena, curvarla (anche fig.), p. il groppone, v. groppone. Nella guida sportiva dei motoveicoli, effettuare una piega (v. piega, nel sign. 1 f). d. Di uso per lo più letter., rivolgere, con riferimento alla vista: p. gli occhi sul lavoro di ricamo; p. lo sguardo sui miseri; i tremebondi lumi Piegar non soffri al dubitoso evento? (Leopardi). Analogam., p. gli orecchi, ascoltare: amici or piega, Giovin signore, al mio cantar gli orecchi (Parini). 2. Frequente l’intr. pron. piegarsi, formare un angolo, inclinarsi, curvarsi: gli si piegavano le gambe per la debolezza (o per l’emozione, per lo spavento); piegarsi sulle ginocchia; gli alberi si piegavano sotto i colpi del vento; piegarsi sotto un peso (e, fig., piegarsi sotto il peso delle responsabilità, dei doveri); com. anche l’uso intr., nel sign. di mutare direzione: in quel punto, la strada (o il fiume) piega a sinistra; o di inclinarsi: ferì ’l carro di tutta sua forza; Ond’el piegò come nave in fortuna, Vinta da l’onda (Dante). Non com., riferito a eserciti in combattimento, ritirarsi, mettersi in rotta: i nemici cominciarono a piegare (più com. ripiegare). 3. fig. Indurre a un comportamento diverso o comunque non volontario: p. qualcuno ai proprî voleri; nessuno riuscirà a p. la nostra volontà; è fermo nei suoi propositi e nessuno riesce a piegarlo; dopo molti prieghi la piegarono a dire chi ella fosse e che quivi facesse (Boccaccio); far cedere, o anche vincere, sottomettere: siamo riusciti a p. la sua assurda ostinazione; una nazione piegata dalla dittatura; p. la resistenza nemica, in operazioni di guerra; p. l’avversario, in competizioni sportive. Nel rifl., finire col consentire, cedere, arrendersi: piegarsi alle preghiere, alle suppliche; piegarsi alle minacce, alle richieste di qualcuno; mi spezzo ma non mi piego, affermazione con la quale si vuole significare la risoluta ed energica volontà di non cedere davanti a nessuna minaccia o sopruso, rifiutando ogni compromesso, e accettando tutti i rischi conseguenti (v. anche frangar non flectar). Con questo sign. il verbo è usato talvolta anche come intr.: ha finito col piegare sotto i colpi della sorte. ◆ Part. pass. piegato, anche come agg. (v. la voce).