piegatura
s. f. [der. di piegare]. – 1. L’azione, l’operazione di piegare: eseguire la p. di una lamiera, di un profilato metallico, di un foglio di carta. In partic.: a. Nell’industria grafica, l’operazione, eseguita a macchina o a mano, mediante la quale i fogli stampati sulle due facciate e comprendenti ciascuno un certo numero di pagine vengono piegati in modo che le pagine si seguano nel loro giusto ordine e si costituisca il fascicolo (v. fig. a p. 28). b. Nelle costruzioni in cemento armato, p. delle barre di acciaio, operazione che si esegue in cantiere, a mano su apposito banco (banco del ferraiolo), per mezzo del mordiglione o con apposite macchine (macchine piegaferri), allo scopo di conferire alle barre d’acciaio la sagoma prevista nei disegni di progetto delle armature metalliche. c. Nell’industria tessile (anche pieghettatura, plissettatura), operazione di rifinizione che consiste nell’impartire ai capi finiti pieghe di carattere più o meno permanente: si esegue con procedimenti che sfruttano il calore e la pressione (per le fibre poliestere, poliamidiche, ecc.) oppure con particolari trattamenti, come il permanent press (per la lana, le fibre cellulosiche, ecc.). d. P. della carta o p. del foglio, in geometria, metodo per eseguire con relativa facilità determinate costruzioni geometriche, anche abbastanza complesse, e per ottenere una convincente verifica sperimentale di teoremi relativi a determinate configurazioni (v. fig. a p. 29). 2. In senso concr., il luogo, cioè la linea, il tratto lungo cui un materiale, un oggetto, una superficie (o anche un arto, una parte del corpo) sono piegati, e la piega stessa, o il segno che ne rimane: tagliare il foglio, la stoffa seguendo la p.; una p. netta, arrotondata; il tubo si è rotto in corrispondenza della p.; avere un arrossamento alla p. del ginocchio. Non com., curvatura, svolta (di un muro, di un argine, di una strada). ◆ Dim. piegaturina.