piena
pièna s. f. [dall’agg. pieno]. – 1. a. In idrografia, stato di un corso d’acqua, fluviale o torrentizio, durante il quale la portata supera quella media annua, o a seguito di piogge abbondanti, o per il rapido scioglimento di nevi, o per l’accumularsi, durante il disgelo, di ghiacci in movimento nei punti più stretti dell’alveo: p. ordinaria, straordinaria, eccezionale; fase crescente, di colmo, decrescente di una p.; diagramma di piena, diagramma delle portate (o dei livelli) per una determinata sezione di un corso d’acqua, in funzione del tempo, in un riferimento cartesiano; fiume, torrente in piena; la fertilità dell’Egitto è dovuta alle inondazioni del Nilo nei periodi delle p.; l’alluvione di Firenze provocata dalla p. dell’Arno nel novembre 1966. b. Nell’uso com., la massa d’acqua di un fiume in piena: case travolte dalla p.; la p., abbattuti gli argini, ha invaso centinaia di ettari di campi coltivati. 2. estens. a. non com. Alta marea (anche, piena di mare): pronti alla partenza si aspettò l’ora della p. (Garibaldi). b. P. del latte, espressione con cui è talora indicata la stasi lattea nella mammella (della donna o della femmina di un animale) conseguente a mancata suzione e svuotamento: nel corso della nottata le era venuta la cosiddetta p. del latte: ecco perché [la cagna] non riusciva a star quieta e si lamentava ... povera bestia! (Bassani). 3. fig. a. Grande quantità di gente che si affolla in un luogo, in un ambiente, e spec. in un locale di spettacolo o di divertimento: che p. ieri sera a teatro!; c’è stata una p. straordinaria al suo ultimo concerto; una discoteca in cui c’è sempre una gran p. (cfr. pienone). Meno com., affollamento in luogo aperto, massa di gente in movimento, o che avanza con furia travolgente: Renzo, questa volta, si trovava nel forte del tumulto, non già portatovi dalla p., ma cacciatovisi deliberatamente (Manzoni). b. letter. Grande profusione, inondazione, in espressioni come una p. di luci, di colori, di suoni. c. Intensità e sovrabbondanza di sentimenti, di emozioni: non riuscire a soffocare la p. dei sentimenti, degli affetti, dell’ira, e sim.; versare la p. dell’amarezza (o del dolore) nel cuore di un amico; è grande La p. del piacer che in sen gli abbonda (Parini); questa è la prima volta che le apro il mio cuore: come reprimere la p. de’ pensieri? (Leopardi). ◆ Accr. pienóne m. (che è però anche l’accr. di pieno1 nel suo uso di sost.: v. la voce).