pino
s. m. [lat. pīnus]. – 1. a. Nome comune alle varie specie di piante pinacee del genere Pinus, il più importante e il più ricco genere di conifere dell’emisfero settentr., dove vivono distribuite soprattutto nelle regioni temperate o temperato-calde, fino quasi ai limiti della vegetazione forestale, mentre nelle regioni tropicali sono presenti solo ad altitudini elevate: sono piante soprattutto arboree, sempreverdi, resinose, con tipiche infiorescenze a strobilo, caduche o persistenti, di cui quelle femminili a maturità contengono i semi (pinoli), che in alcune specie sono commestibili; le foglie sono aghiformi, disposte singolarmente a spirale nei giovani rami, mentre le altre sono riunite in fascetti, per lo più con 2-5 foglie. In Italia si trovano una quindicina di specie, indigene o esotiche, tra le quali: il p. domestico o p. d’Italia o p. da pinoli (lat. scient. Pinus pinea), con tipico portamento a ombrella, presente in genere lungo le coste e quasi ovunque coltivato; il p. marittimo o p. selvatico o pinastro (lat. scient. P. pinaster, sinon. P. maritima), con portamento piramidale nelle piante giovani, ombrelliforme in quelle adulte e localizzato lungo le coste dalla Liguria alla Toscana; il p. larìcio (v. laricio); il p. d’Aleppo o di Gerusalemme (lat. scient. P. halepensis), specie comune in tutta la penisola soprattutto lungo le coste nelle pinete e nelle garighe; il p. nero o p. austriaco (lat. scient. P. nigra), con pigne ovoidi, comune nelle Alpi venete e coltivato anche altrove nelle Alpi e nell’Appennino; il p. loricato (lat. scient. P. leucodermis), che vive nelle regioni nord-orientali dell’area mediterranea ed è presente, ma raro, anche nell’Appennino centro-meridionale (Maiella e Pollino); il p. silvestre o p. di Scozia o p. rosso (lat. scient. P. sylvestris), con pigne sessili strettamente coniche, presente nelle pinete del piano montano dell’Italia settentr.; il p. cembro e il p. mugo (v. rispettivam. cembro e mugo). b. Il legno che si ricava dalle piante di pino, più o meno resinoso, durevole, compatto e resistente, con colori, venature e usi diversi a seconda delle specie: un’asse di pino; mobili di pino. c. Gemme di p., le gemme delle pinacee usate in passato per la loro azione balsamica nel trattamento di affezioni catarrali delle vie respiratorie e di alcune forme di cistite; attualmente trovano impiego solo come componenti di alcuni estratti balsamici per inalazione. d. Olio di foglie di p. (o olio essenziale o di conifere), liquido giallognolo che si estrae per distillazione dalle foglie, dalle gemme e dai ramoscelli dei pini, e si usa come antisettico e in profumeria. e. Olio di legno di p., liquido ottenuto per distillazione dei rami e tronchi secchi oltre che del pino anche dell’abete e di altre conifere; si usa come surrogato dell’essenza di trementina, per preparare solventi di gomme, resine, vernici. 2. Nel linguaggio poet., con metonimia già presente nella poesia latina, ciò che è ottenuto dal legno di pino. In partic.: a. Fiaccola resinosa: L’uno e l’altro pagan ... Già ’l foco chiede a i cittadini, e porta Duo pini fiammeggianti invèr la torre (T. Tasso). b. Nave: sprezzando l’impeto marino Gisti a sfidar la morte in fragil pino (Marino). c. Albero di nave: al prode Che tronca fe’ la trïonfata nave Del maggior p., e si scavò la bara (Foscolo), con riferimento all’ammiraglio inglese H. Nelson che, dopo la battaglia di Abukir (1798), si fece costruire una bara con l’albero maestro del vascello Oriente, tolto al nemico. 3. P. vulcanico, la massa di gas e vapori che, fortemente compressi nel camino del vulcano, quando ne erompono si elevano omogeneamente a grande altezza, allargandosi poi a un tratto e assumendo la forma di un pino a ombrella (da cui la denominazione). 4. In paletnologia, uomini a p., figure umane preistoriche di età mesolitica e neolitica, dipinte sulle pareti rocciose nelle grotte, spec. del versante mediterraneo della Spagna, nelle quali il corpo rappresentato è intersecato da due o più linee parallele fra loro, che rappresentano le braccia. TAV.