pioniere
pionière s. m. [dal fr. pionnier (der. di pion, che ha il sign. e l’etimo dell’ital. pedone), nell’accezione assunta da questa parola nel sec. 19° («chi comincia a sfruttare territorî vergini», «chi apre la via al progresso»); prima significò «fante» e successivamente «soldato del genio»]. – 1. Nel linguaggio milit., sinon., non più in uso, di guastatore. 2. (f. -a) a. Chi apre una via agli altri, esplorando regioni sconosciute e insediandosi in esse, in modo da consentire nuovi sbocchi all’attività umana; in partic., con riferimento alla storia degli Stati Uniti d’America, denominazione dei colonizzatori delle lontane terre dell’Ovest. Per estens., chi è il primo o fra i primi a lanciarsi in una iniziativa, a intraprendere un’attività, a diffondere un’idea, aprendo nuove strade, nuove prospettive e possibilità di sviluppo: i p. dell’industria; i p. dell’aviazione, dei voli spaziali; i p. dell’automazione; i p. dell’ideologia socialista. Talvolta anche, con usi estens., in funzione di agg. (e in questo caso si può avere, al masch. sing., una variante pioniero): l’importanza pioniera della cultura italiana nei secoli 16° e 17° (Monelli). b. In Unione Sovietica, denominazione dei ragazzi d’età dai 9 ai 14 anni, d’ambo i sessi, che erano iscritti alle organizzazioni giovanili comuniste. Analogamente, si è avuta in Italia un’Associazione dei Pionieri d’Italia, organizzazione ricreativa, turistica e culturale del Partito Comunista, che raccoglieva ragazzi d’età dai 7 ai 15 anni, e che operò nel secondo dopoguerra (all’incirca dal 1950 al 1960). c. Organizzazione della Croce Rossa Italiana, comprendente numerosi gruppi di cui fanno parte giovani volontarî dai 14 ai 18 anni, i quali, dopo aver frequentato un corso trimestrale di primo soccorso e di educazione sanitaria e svolto un periodo di tirocinio, esplicano un servizio attinente a compiti di protezione civile, assistenza sociale (anche in aiuto di handicappati e anziani), primo soccorso in casi di catastrofi naturali, assistenza infermi, trasporto di malati e feriti. 3. Con funzione appositiva, in botanica, piante p., quelle piante o formazioni che, essendo variamente adattate a fattori ambientali e pedologici estremi (mancanza assoluta di suoli o presenza di suoli incoerenti, scarsità d’acqua, esposizione a temperature elevate o a venti tali da provocare un aumento della traspirazione, ecc.), colonizzano per prime un substrato sterile, favorendo così la trasformazione dei fattori ambientali e il successivo insediamento di altre specie e comunità vegetali; sono esempî di piante pioniere i muschi e i licheni che si insediano sulle rocce, lo sparto pungente che colonizza le dune litoranee.