pixellato
p. pass. e agg. Composto di pixel, unità elementari della griglia che rappresenta un’immagine digitalizzata; con riferimento al particolare del volto, specialmente di un minorenne, mascherato e reso irriconoscibile mediante l’ingrandimento sproporzionato dei pixel che lo costituiscono. ◆ Andrè, Il nostro amore. Amico degli amici di Saranno famosi, Star Academy, Popstar, cioè praticamente un caso umano anche a motivo della sua minore età – perché allora non farlo esibire col viso pixellato, come vorrebbe la regola televisiva? –, Andrè si mostra nondimeno rassegnato ai nuovi meccanismi di selezione della forza-lavoro planetaria. (Alberto Piccinini, Manifesto, 5 marzo 2004, p. 14, Visioni) • I genitori del Moige saranno i più agguerriti. Per primi avevano dichiarato guerra allo spot di Rocco Siffredi con i doppi sensi sulle patatine, ora che il Gran Giurì della pubblicità ne ha interrotto i passaggi televisivi, saranno ringalluzziti più che mai nella crociata moralizzatrice contro l’impudicizia della televisione. Si immaginano tutti mobilitati a valutare l’abbondanza di uomini e donne, completamente nudi, che questa sera animeranno parte del programma. Avranno probabilmente le vergogne «pixellate» per decoro, non si vedranno certo con le loro cosine al vento come dai fotogrammi già da giorni in circolazione. È però sorprendente come sia ancora usato il pretesto del nudo per richiamare attenzione su un programma televisivo. (Gianluca Nicoletti, Stampa, 21 marzo 2006, p. 27, Spettacoli) • Lo spettatore che aggredì il comico Michael Richards, il personaggio dai capelli spiritati in «Seinfeld», dopo una sua demenziale tirata razzista, fu chiamato per 20 interviste su tutti i canali televisivi americani, oltre a essere per sempre imbalsamato nella notorietà sgranata e pixellata di You Tube. (Vittorio Zucconi, Repubblica, 12 aprile 2007, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. ingl. pixel (a sua volta composto da pix, forma accorciata di picture ‘immagine’, e da el[ement] ‘elemento’) con l’aggiunta del suffisso -ato.
Già attestato nel Corriere della sera del 30 gennaio 2000, p. 31 (Gillo Dorfles).
V. anche scacchettato.