placare [dal lat. placare, connesso con placēre "piacere, esser gradito"] (io placo, tu plachi, ecc.). - ■ v. tr. 1. [ridurre a una condizione di calma e tranquillità: quando è arrabbiato, è difficile placarlo] ≈ calmare, (tosc.) chetare, (lett.) pacare, quietare, (non com.) rabbonacciare, rabbonire, sopire, tranquillizzare. ↔ aizzare, eccitare. 2. (estens.) [rendere meno intenso: p. la fame] ≈ frenare, lenire, mitigare, sedare, smorzare. ↔ accendere, scatenare, stimolare. ■ placarsi v. intr. pron. 1. [diventare calmo e tranquillo: era arrabbiato ma ora si sta placando] ≈ calmarsi, quietarsi, (non com.) rabbonacciarsi, rabbonirsi, sopirsi, tranquillizzarsi. ↔ adirarsi, arrabbiarsi, imbestialirsi, inalberarsi, (volg.) incazzarsi, infuriarsi. 2. (estens.) [diventare meno intenso: la fame si va placando] ≈ frenarsi, mitigarsi, sedarsi, smorzarsi. ↔ accendersi, scatenarsi, stimolarsi.