plastica
plàstica s. f. [uso sostantivato dell’agg. plastico1 nel sign. 1; cfr. il lat. plastĭca, gr. πλαστική (τέχνη) «(arte) che riguarda il modellare»]. – 1. a. L’arte e la tecnica di plasmare, cioè di lavorare e manipolare una sostanza plastica (creta, argilla, cera, stucco, cartapesta, plastilina e sim.) allo scopo di darle una determinata forma, sia come attività artistica fine a sé stessa, sia come tecnica preparatoria alla scultura (bozzetti, modelli). b. Non com., in senso concr., l’oggetto così modellato. 2. In geografia, il complesso dei caratteri altimetrici che concorrono a determinare la fisionomia di una data regione (p. regionale), tanto più vivi quanto più è differenziata l’orografia locale e accentuata l’energia del rilievo. 3. In medicina, ricostruzione, mediante un’operazione di chirurgia plastica (v. plastico1, n. 1 c), di una parte dei tegumenti e delle strutture immediatamente sottostanti, per motivi terapeutici o estetici: p. facciale, mammaria; p. del cuoio capelluto, del naso, delle palpebre; p. cutanee, tendinee; farsi la p. al naso, al seno. 4. Con sign. generico, lo stesso che materia plastica (v. plastico1, n. 3 b): un telo, un sacchetto di p.; piatti, bicchieri, posate di p.; un secchio di p.; borsa, impermeabile di p.; una sedia di p.; piante, fiori artificiali di plastica. ◆ Il termine compare anche come elemento finale di parole composte (come cheiloplastica, cheratoplastica, condroplastica, ecc.), nelle quali indica intervento di chirurgia plastica.