plebiscito
s. m. [dal lat. plebiscitum, comp. di plebs plebis «plebe» e scitum «ordine», der. di sciscere «stabilire, ordinare»]. – 1. Nell’antica Roma, ogni norma votata dalla plebe su proposta dei tribuni: in origine ebbe vigore di legge solo per la plebe, in seguito (dopo la lex Hortensia del 286 a. C.) fu vincolante per tutto il popolo. 2. a. Nel diritto moderno, in senso lato, ogni diretta manifestazione di volontà del popolo riguardo a questioni relative alla struttura dello stato o alla sovranità territoriale; in senso più ristretto, manifestazione di volontà diretta alla creazione dell’ordinamento giuridico, una volta instaurato il quale la volontà popolare si manifesta con l’esercizio del diritto di voto nelle elezioni o nel referendum, quando questo sia ammesso e nei limiti in cui è consentito. b. Plebisciti d’annessione, nella storia del Risorgimento italiano, quelli con i quali, dal 1848 al 1870, fu votata l’unione (al regno di Sardegna prima e al regno d’Italia poi) delle nuove province. c. In senso fig., consenso pressoché unanime, approvazione generale: la sua elezione è stata un p., un vero p.; ha avuto un p. di lodi, di consensi.