pleiade
plèiade (o Plèiade) s. f. [dal lat. Pleias -ădis, gr. Πλειάς -άδος, ion. Πληϊάς]. – 1. Nome del gruppo di stelle (indicate anche con il plur. Pleiadi o, comunem., Gallinelle) in cui sarebbero state trasformate, secondo la mitologia greca, le sette figlie di Atlante e Pleione: fanno parte della costellazione del Toro, tra le Iadi, l’Ariete e Perseo, e costituiscono un ammasso stellare aperto in cui i moderni annoverano 9 (anziché 7) stelle principali. Il termine ebbe sin dall’antichità uso fig. per indicare un gruppo di sette poeti tragici del 3° sec. a. C. (P. alessandrina), che per la loro arte risplendevano come le 7 stelle Pleiadi e la cui opera è andata totalmente perduta. A imitazione di questa fu chiamata in Francia La Pléiade 〈la plei̯àd〉 la scuola poetica che alla metà del sec. 16° si radunò intorno al poeta Pierre de Ronsard, col programma di riformare in senso classicistico la letteratura francese. 2. In senso fig., gruppo di persone aventi caratteri di particolare importanza, prestigio, distinzione, spec. nell’ambito artistico: una p. di artisti, di scrittori, di poeti; l’Accademia Platonica, pleiade di luminosi spiriti (Cicognani). 3. In chimica, gruppo di isotopi di una famiglia radioattiva che non possono essere separati con mezzi chimici (per es., il torio D, il radio B, D e G, l’attinio B e D, elementi radioattivi aventi tutti uguale numero atomico e peso atomico). 4. In patologia, p. gangliare (o ganglionare), gruppo di ghiandole linfatiche più o meno tumefatte, nettamente separate l’una dall’altra: è alterazione tipica, anche se non esclusiva, della manifestazione iniziale della sifilide, detta anche p. satellite, in quanto si osserva in prossimità del sifiloma.