plettro
plèttro s. m. [dal lat. plectrum, gr. πλῆκτρον, der. di πλήσσω «percuotere»]. – 1. a. Presso gli antichi Greci, piccolo arnese di legno o d’avorio che serviva a mettere in vibrazione, pizzicandole, le corde della lira o della cetra. Nell’uso letter., in senso fig., l’attività poetica, l’ispirazione poetica: venerando il nome Fummi ... di quel [Parini], che sul p. immacolato Cantò per me (Manzoni). b. Analogam., nell’uso mod., piccola lamina di osso, di tartaruga, di plastica dura o di metallo (detta anche penna), usata per suonare alcuni strumenti a corda (detti appunto strumenti a plettro) come il mandolino, la mandola, talvolta la chitarra e altri affini delle varie tradizioni etniche (come la balalaica) e, anticamente, la cetra e il liuto. 2. In zoologia (lat. scient. plectrum), ossicino dell’orecchio medio dei vertebrati, assente nei mammiferi (noto anche col nome di extracolumella), che, con la sua base, chiude in parte la finestra ovale e dal lato opposto raggiunge la membrana del timpano.