podesta2
podestà2 (letter. potestà) s. m. [dalla voce prec., con cambiamento di genere]. – 1. Nel comune medievale italiano, magistrato che, a cominciare dagli ultimi decennî del sec. 12°, sostituì gradualmente i consoli: di regola forestiero, eletto dall’arengo o nominato dal consiglio maggiore, vincolato rigorosamente all’osservanza dello statuto comunale che ne delimitava con precisione i poteri, durava in carica da un semestre a due anni, rappresentando il supremo organo esecutivo del comune ed esercitando in particolare, direttamente o indirettamente, la funzione giudiziaria. 2. In secoli successivi (dal 16° a tutto il 19°, e ancora all’inizio del 20°), spec. nelle città del Lombardo-Veneto e da ultimo in quelle di lingua italiana soggette all’impero asburgico, il capo dell’amministrazione di una città o di un comune: il signor p., quel medesimo a cui, in teoria, sarebbe toccato a far giustizia a Renzo Tramaglino (Manzoni). 3. Durante il regime fascista, capo dell’amministrazione comunale, di nomina governativa, che cumulava in sé tutte le funzioni precedentemente attribuite al sindaco, alla giunta municipale e al consiglio comunale. ◆ È documentata già dal sec. 16° la frase proverbiale (di incerta origine) fare come il p. di Sinigaglia (talora integrata con la spiegazione: comandare e far da sé), con la quale si esprime il concetto che conviene fare da sé piuttosto che lasciar fare ad altri, se si vuole che un ordine, o un incarico, sia eseguito rapidamente e nel migliore dei modi (cfr. l’analogo proverbio chi fa da sé, fa per tre).